Piemonte al lavoro per evitare lockdown: Cirio, dipende da rispetto regole

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Con oltre 2.700 contagi e 23 decessi, il Piemonte è tra le regioni a rischio lockdown. Un provvedimento “necessario” per l’Anaao Assomed, l’associazione maggiormente rappresentativa dei medici ospedalieri, secondo cui “il trend dei contagi è assimilabile alla curva di saturazione sia delle degenze ordinarie che delle Uti”, che vuol dire “prevedibile collasso del Sistema Sanitario Regionale”. Uno scenario da fase 4, che il governatore Alberto Cirio intende evitare con “interventi mirati”, tra cui didattica a distanza, trasporti e smart working.
Molto dipenderà però dal comportamento dei piemontesi. “La possibilità di un nuovo lockdown è proporzionale alla nostra capacità di rispettare le regole – sottolinea il governatore Cirio – Tutto dipende da come uno si comporta: dobbiamo limitare i contatti che non sono essenziali, dobbiamo indossare la mascherina e tenere le distanze dalle persone che non sono nostre conviventi”. Lockdown no, dunque, ma “interventi mirati sì”. Come quelli previsti nell’ordinanza firmata in serata dal governatore, e in vigore fino al 24 novembre. Prevede il 100% di didattica a distanza alle Superiori, per tutte le classi, la riduzione al 50% del carico dei mezzi pubblici di trasporto e il 75% di smart working per i dipendenti regionali.
Non è tutto: Rsa e residenze protette saranno testate ogni quindici giorni con settantamila test rapidi. Strategico per arginare l’emergenza, secondo l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, è anche l’accordo con le case di cura private accreditate. disponibili a diventare strutture Covid dedicate, o che si mettano a disposizione per prestazioni urgenti e tempo-dipendenti a supporto degli ospedali. Quelle disponibili diventeranno strutture Covid dedicate o si metteranno a disposizione per prestazioni urgenti e tempo-dipendenti a supporto degli ospedali. “Con il blocco delle attività ordinarie non urgenti su tutto il territorio regionale, la Sanità si trova a serrare le fila – spiega Icardi – e deve poter far ricorso a strutture ausiliarie che possano alleggerire la pressione sugli ospedali”.
Circa duecento posti letto, intanto, sono già pronti nelle tensostrutture allestite dall’Esercito nei pressi degli ospedali piemontesi, che continuerà a lavorare anche nel fine settimana per dare fiato ai nosocomi con nuovi posti. Anche oggi, infatti, i ricoveri sono aumentati: sono 159, 13 in più rispetto a ieri, quelli in terapia intensiva, 2.547 negli altri reparti 2.547, 166 in più rispetto a ieri. Per evitare di scivolare nella fase 4, insomma, non c’è più tempo da perdere.

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