Bene Vagienna: 11 bovini morti avvelenati, denunciata azienda agricola

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Un’immagine diffusa dai Carabinieri Forestali insieme a questo comounicato

A fine estate 2021 a Bene Vagienna, dopo alcuni giorni di agonia, morirono 11 bovini, 4 adulti e 7 vitelli. Il veterinario intervenuto ai primi segni di malessere degli animali individuò come probabile causa un’intossicazione alimentare. Dalle analisi fogliari effettuate sul foraggio dato a nutrire il bestiame emerse un rilevante contenuto del principio attivo noto come glifosate, un erbicida molto diffuso e già al centro di preoccupazioni anche per la salute umana. A seguito di querela sporta dall’allevatore ai Carabinieri Forestali di Mondovì, sono iniziate le indagini per individuare l’origine della contaminazione del foraggio e il responsabile. Ora gli stessi Forestali hanno comunicato di aver denunciato la titolare di un’azienda agricola.

Da accertamenti e sopralluoghi – scrivono dall’Arma – sarebbe infatti emersa una possibile correlazione tra l’avvelenamento e i trattamenti colturali effettuati in un pioppeto limitrofo al campo dove era stato prelevato il foraggio, volti a ridurre le erbe infestanti. «In particolare – accusano i carabinieri – si è ritenuto plausibile che il trattamento effettuato sul pioppeto non abbia rispettato le modalità di distribuzione del prodotto chimico, favorendo una dispersione dello stesso anche al campo limitrofo (effetto di deriva)». La Procura della Repubblica ha autorizzato una perquisizione nella sede della proprietaria del pioppeto. Qui sono stati rinvenuti «numerosi prodotti fitosanitari illecitamente detenuti in quanto revocati dal Ministero della Salute per l’elevata tossicità». Sono stati posti sotto sequestro. La titolare dell’azienda agricola dovrà rispondere di “getto pericoloso di cose” e sono inoltre stati elevati verbali amministrativi per un importo complessivo di 11.000 euro.

«In relazione al presente procedimento penale, si tiene a precisare – concludono i Forestali – che le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi dell’indagato, da presumersi innocente sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva».

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