Orange Wine: una nuova moda che stringe l’occhio al passato

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Se si parla di “trendy” allora non possiamo che pensare alle mode e così ci si chiede quale sia il prodotto che attualmente fa tendenza. Sicuramente non risulta in flessione il Prosecco, sia consumato “nature”, sia in abbinamento con per l’immortale “Spritz”. All’orizzonte, tuttavia, si sta ritagliando sempre più attenzione l’Orange Wine. Se il colore inserito nel nome può richiamare proprio lo Spritz, in realtà siamo parlando di un qualcosa di completamente diverso ossia di un vino bianco derivato dalla macerazione delle bucce. Per i non addetti ai lavori, possiamo ricordare che buona parte dei vini bianchi si ottiene dalla pressatura delle uve. Il mosto ricavato, separato dalle fiocine (le bucce), viene fatto fermentare. Questo procedimento consente di ottenere vini bianchi anche da uve nere. Ma ora assistiamo ad un fenomeno opposto. Non si tratta di una lavorazione moderna, ma semmai di un ritorno al passato. L’orange wine ha uno stile decisamente “agee”, perché il prolungato contatto con le bucce dell’uva con il mosto e con il vino imprime al prodotto finale sapori e colori inusuali, rendendolo complesso sia al naso che in bocca. Sia colore che sensazioni organolettiche richiamano i vini da invecchiamento ed anche la struttura lo rende più una bevanda da meditazione che da aperitivo. Un vino tradizionale che bene si presta ad abbinamenti importanti. Gli esperti lo consigliano per accompagnare cucine particolari come quella asiatica, giapponese in primis. Ottimo anche per pesci importanti anche grassi cucinati, crudi o affumicati, carni bianche da cortile, agnello o capretto. Per il vegetariano accompagnano zuppe ricche classiche della cucina mediterranea, oppure piatti un poco più elaborati come una parmigiana di melanzane o, per tornare in oriente, una tempura di verdure miste.

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