Ora il Comune vuole tutelare le vecchie cascine di Bra

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Con i voti del centrosinistra di governo e del centrodestra leghista e delle liste civiche, astenuta solo Annalisa Genta di FdI, il Consiglio comunale di Bra settimana scorsa ha approvato il preliminare della 5ª variante al Piano regolatore. Autorizza un aumento della superficie a servizi pubblici (2.846 mq) e di quella per attività produttive (5.298 mq), mantenendo inalterato il conto complessivo delle aree edificabili. Questo per lo stralcio di previsioni divenute dal 2014, quando lo strumento generale fu adottato, non più «commercialmente appetibili» – spiega Palazzo Civico in un suo comunicato. Lo stesso afferma che la variante «as­sicura più tutela in caso d’interventi edilizi, ai fabbricati rurali di valenza storica e architettonica sparsi sul territorio». Quello che chiese invano nel 2017 Italia Nostra, quando il sindaco Bruna Sibille autorizzò la demolizione di una cascina a Bandito. Lo stabile venne definito «in abbandono da oltre 10 anni e irrecuperabile» dalla stessa assessore al­l’Ur­ba­nistica. Per gli ambientalisti si replicò qui lo schema attuato in città, in piazza Carlo Alberto, dove i caratteristici bassi fabbricati ottocenteschi furono lasciati andare in malora per poi giustificare l’inevitabilità della speculazione, abbattimento e sostituzione con nuovi grandi palazzi.

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