Neve ghiaccio e acqua in un clima che cambia, la situazione nelle montagne del Piemonte

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Si è svolto stamattina l’evento per presentare il rendiconto nivometrico di Piemonte e Valle d’Aosta 2021-2022.

Sono intervenuti per testimoniare l’importanza dei dati della neve, ghiacciai e acqua il vicepresidente della Regione Piemonte e Assessore alla Montagna Fabio Carosso, l’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati, l’Assessore alla Protezione Civile della Regione Piemonte Marco Gabusi e il Comandante della Regione Carabinieri Forestali “Piemonte” Gen. Benito Castiglia.

“Il rendiconto nivometrico, appuntamento annuale dell’Agenzia, mostra quest’anno l’anomalia climatica del 2022 anche in montagna. Anomalia che ha riguardato, come nel resto della regione, precipitazioni e temperature. I dati ci dicono che abbiamo avuto un deficit  di scarsità di precipazioni nevose che ha toccato l’80% – sottolinea il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto – Un inverno anomalo percepito da tutti ma che solo con i dati possiamo classificare al primo posto per il minimo di neve fresca. Una anomalia negativa che ha poi avuto ripercussioni questa estate per la carenza di risorse idriche derivanti dalla fusione della neve. I dati sono fondamentali e anche il motivo per la convenzione che oggi, Arpa Piemonte e Società Meteorologica Italiana hanno firmato. Dai dati si conosce, si ricerca, si programma e ci si può preparare e porre rimedi per affrontare il futuro climatico che ci aspetta”.

Il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso: “Il prezioso lavoro di Arpa, del direttore Generale Angelo Robotto e di tutti i collaboratori per le montagne è importantissimo perché grazie ai dati riusciamo ad attuare le politiche per affrontare i cambiamenti climatici che sono un gravissimo problema. Speriamo che anni come il 2022 non accadano più ma è chiaro ed evidente che il cambiamento climatico è in atto e lo dimostrano i dati raccolti da Arpa negli ultimi decenni. Percui il prezioso lavoro di Arpa deve essere tramutato in scelte politiche coraggiose per poter affrontare i prossimi anni con sereità e garantire a chi vive e lavora in montagna acqua e risorse e non solo, a tutto il Piemonte e garantire ai nostri giovani un futuro migliore”.

L’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati:”Il Piemonte si è trovato ad affrontare nell’ultimo anno una crisi idrica senza precedenti, imputabile agli effetti del cambiamento climatico, che ha inciso profondamente, soprattutto, sul comparto agricolo. La Regione Piemonte, grazie alla preziosa collaborazione di Arpa, già da tempo ha gettato le basi per l’attuazione di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici attraverso azioni ad ampio raggio che spaziano dalla politica energetica a quella della gestione dei rifiuti, passando dal piano per la qualità dell’aria a quello per la tutela delle acque. Quest’anno, per la prima volta, Regione Piemonte è intervenuta alla Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, dove abbiamo portato la nostra esperienza di politiche e iniziative a livello locale e regionale, fermamente convinti che le azioni su piccola scala sono fondamentali per affrontare la sfida dello sviluppo sostenibile a livello globale. In uno scenario come quello attuale, nel quale la crisi idrica non è assolutamente superata, appare sempre più importante ragionare non nell’ottica di interventi emergenziali ma in quella della realizzazione di interventi infrastrutturali”

L’Assessore alla Protezione Civile della Regione Piemonte Marco Gabusi: “La gestioni di fenomeni straordinari come quello vissuto nel 2022 si può affrontare solo se tutti gli attori si muovono nella stessa direzione. Arpa ha giocato un ruolo fondamentale in questa squadra e ci ha consentito, seppur nel quadro straordinario di carenza idrica, di limitare gli effetti sulla popolazione e sulle attività economiche”.

Il Comandante della Regione Carabinieri Forestali “Piemonte” Gen. Benito Castiglia: “Come specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri siamo fortemente impegnati nel periodo invernale attraverso l’attività di monitoraggio del manto nevoso e la redazione dei bollettini pericolo valanga attraverso gli esperti e gli osservatori meteonivometrici che sono distribuiti nell’area regionale. In particolare in Piemonte abbiamo ancora maggior forza attraverso il protocollo firmato già da qualche anno con Arpa Piemonte con la quale abbiamo un’azione fortemente sinergica per il rilievo delle condizioni del manto nevoso. I bollettini che vengono redatti e pubblicati sul sito dell’Arma dei Carabinieri assumono una rilevanza particolare e sono corredati di dati proprio di questo lavoro sinergico con Arpa e contengono le informazioni sulla sicurezza per chi va in montagna per i vari scopi dal turistico ricreativo al lavoro”.

 I dati

La stagione invernale 2021-2022 è stata particolare per la scarsità di precipitazioni nevose, soprattutto alle quote medio e basse. In generale il deficit da novembre a maggio è stato di circa il 50%, con punte di -70-80% sui settori nord occidentali piemontesi e tra il -30% e il 50% sul restante arco alpino. Anche gli spessori di neve al suolo hanno raggiunto in più casi valori minimi storici sulla serie di 20-30 anni con una fusione anticipata della neve al suolo anche alle quote più elevate variabile tra 1 e 2 mesi.

Ovviamente tutto ciò ha avuto influenze negative sulla risorsa idrica nivale facendo registrare volumi di acqua potenziale stoccata nella copertura nevosa prossimi ai minimi storici per la maggior parte della stagione invernale e primaverile dove invece solitamente la disponibilità è rilevante per sostenere poi le portate dei corsi d’acqua tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

Queste condizioni sono conseguenza di un’alta pressione eccezionalmente prolungata su buona parte dell’Europa centro-occidentale con tempo stabile e soleggiato, temperature superiori alla media e precipitazioni eccezionalmente rare. L’inverno 2021-2022 si è così classificato al primo posto per la combinazione di siccità e temperature elevate rispetto agli ultimi 60 anni.

Di conseguenza anche l’attività valanghiva spontanea significativa è stata piuttosto ridotta e molto contenuta. Gli unici eventi degni di rilievo si registrano ad inizio stagione nei mesi di novembre e dicembre in concomitanza delle uniche nevicate degne di nota della stagione. Questi eventi, tuttavia, non hanno creato problematiche alle infrastrutture e alle aree antropizzate.

Le condizioni di scarso innevamento associate alla fusione precoce del manto nevoso hanno contribuito a mantenere ridotto il numero di incidenti in valanga. Sull’arco alpino piemontese e valdostano sono stati registrati 9 incidenti: 6 in Piemonte con 6 persone illese, 4 ferite e 1 deceduta; 3 in Valle d’Aosta con 2 feriti e 2 morti. La maggior parte degli incidenti piemontesi è stata registrata sui settori meridionali (3 casi), seguita dai settori occidentali (2 casi) e settentrionali (1 caso) mentre sulle montagne valdostane 2 sono avvenuti sulla dorsale alpina e 1 sul settore sud-orientale.

La totalità degli incidenti si è verificata ad inizio stagione, nei mesi di novembre e dicembre, e ad aprile. Sulle Alpi piemontesi tutti gli incidenti hanno coinvolto scialpinisti mentre in Valle d’Aosta sono stati coinvolti sciatori fuori pista e alpinisti.

La maggior parte degli incidenti in valanga sono avvenuti con grado di pericolo 2-Moderato e su pendii molto ripidi esposti a nord. Il problema valanghivo più ricorrente è riconducibile alla neve ventata, con 7 casi su 9.

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