Nel secondo trimestre 2023 riprendono slancio le attese degli imprenditori cuneesi

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Nel mese di marzo, l’indagine congiunturale realizzata dalle territoriali piemontesi del Sistema Confindustria ha raccolto le valutazioni di 1.000 aziende, circa 300 delle quali associate a Confindustria Cuneo. Se a dicembre il clima di attesa era improntato alla cautela, a marzo, gli indicatori registrano un sensibile miglioramento spiegato, in particolare, dall’inversione di tendenza nel comparto manifatturiero.

 

L’analisi, a cura del Centro Studi di via Bersezio, evidenzia da parte delle imprese associate valutazioni in rapido recupero rispetto alla fine dell’anno.

Il sentiment è legato allo scenario internazionale che, nel corso dell’anno, beneficerà dell’allentamento di parte delle tensioni che hanno caratterizzato il 2022. Dai rincari dei prezzi, soprattutto energetici, alle pressioni sulle catene di fornitura, anche se la domanda mondiale è vista in indebolimento a causa dei rallentamenti che riguarderanno i paesi avanzati, colpiti dall’inflazione e dalla politica monetaria restrittiva. Dopo un 2023 ancora difficile, l’economia USA e quella dell’Eurozona riprenderanno slancio nel 2024. La Cina, dopo il rallentamento dello scorso anno legato alle politiche zero-Covid, sta ripartendo molto velocemente. È visibile l’impatto economico sulla Russia dopo il varo delle sanzioni, ma non sembra essere dirompente come si temeva. Incorporando queste dinamiche, il commercio mondiale è atteso ripartire il prossimo anno con un ritmo intorno a quello storico pre-crisi.

 

“Se per il 2023 è atteso un cambio nel baricentro della crescita degli scambi mondiali grazie alla ripresa della dinamicità dei Paesi emergenti che faranno meglio degli altri – commenta il presidente degli Industriali cuneesi, Mauro Gola – la crescita italiana si preannuncia modesta: l’andamento del PIL nel 2023 (+0,4%) si mostra in netto rallentamento rispetto alla media del 2022. Ma appare più favorevole di quanto ipotizzato qualche mese fa, quando si prevedeva una variazione annua dell’economia italiana pressoché nulla. Nel 2024, grazie al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale, si registrerà una dinamica migliore anche nel nostro Paese (+1,2% annuo)”.

 

A livello piemontese, nel mese di marzo, il sensibile miglioramento degli indicatori si spiega in particolare, grazie all’inversione di tendenza nel comparto manifatturiero, il cui saldo previsioni di aumento e riduzione su ordini e produzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre e si attesta su valori tipici delle fasi di espansione. Il tasso di utilizzo degli impianti si mantiene al 78% come lo scorso trimestre. Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende.

Evidenzia il Direttore generale dell’associazione datoriale a riguardo del Cuneese, Giuliana Cirio: “Per quanto riguarda le nostre imprese, registriamo un marcato miglioramento delle previsioni nel manifatturiero rispetto al primo trimestre con saldi per produzione e ordini totali che crescono addirittura a doppia cifra. Si rafforzano le attese sull’occupazione e, sotto questo profilo, se è importante controllare le procedure di ingresso in Italia per evitare storture e reati, al contempo le nostre imprese chiedono di allargare il numero degli stranieri ammessi, perché anche se non fosse vero che gli stranieri fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare, è oggettivo il fatto che già ora non ci sono italiani a sufficienza per svolgere tali lavori. E la costante diminuzione del tasso di natalità di cui soffre il nostro Paese peggiorerà la situazione”.

“A livello consuntivo – prosegue il Direttore generale – rimane stabile il tasso di utilizzo delle risorse (76,6%) a fronte di un miglioramento nella propensione ad investire che interessa il 29,5% delle aziende, in salita rispetto al 25,3% di dicembre scorso. Scende di circa un punto il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 6,9% delle aziende”.

Nei servizi il clima di opinione resta in generale positivo, sebbene si ravvisi un generale raffreddamento delle attese. Il saldo relativo ai livelli di attività passa da 20,9% a 4,9%, mentre per gli ordinativi scende all’8,6% dal 15,1% e per l’occupazione passa al 6,2% dal 14%. Gli investimenti recuperano poco meno di un punto percentuale (23,1%), mentre è molto basso il ricorso alla CIG (2,6%). Stabile il tasso di utilizzo delle risorse (83,4%).

“A livello congiunturale – chiarisce Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo – il rallentamento del 2022 si deve principalmente ai consumi delle famiglie. Gli effetti dell’inflazione hanno cominciato a farsi sentire, sebbene siano ancora compensati dalla buona performance di esportazioni e investimenti in tutte le loro componenti. A livello previsionale, le attese sulla produzione industriale tra gli imprenditori cuneesi tornano positive in quasi tutti i settori. Fa eccezione, per il momento, la cartaria-grafica-stampa. Più caute le previsioni nei servizi, che scontano il rallentamento delle attività manifatturiere di fine anno. Quello che preoccupa ancora è la crescita dell’inflazione core, ovvero quella al netto delle componenti erratiche come l’energia. Ma ci si attende, comunque, un rientro dell’inflazione già a partire dalla fine di quest’anno. L’entità di questa diminuzione dipenderà molto anche dal peso degli sgravi messi in campo dal Governo per calmierare l’inflazione”.

A margine della presentazione dell’analisi congiunturale, il presidente Gola ha colto la circostanza per ringraziare i giornalisti presenti. La conferenza stampa di oggi è stata infatti una delle ultime occasioni di dialogo prima del passaggio di consegne che avverrà nell’assemblea elettiva del mese di maggio.

 

“Ho avuto fin dall’inizio un rapporto di massimo rispetto per la grande responsabilità che avete nel trasmettere all’opinione pubblica le notizie – ha sottolineato Gola -. Vi ringrazio per la correttezza nella comunicazione, l’onestà, la trasparenza di ognuno di voi, dei mezzi di informazione che rappresentate e anche per il percorso edificante e di crescita con cui avete accompagnato il mio mandato”.

Mandato che si chiude dopo sei anni, in positivo, con un tessuto industriale delle imprese cuneesi in buona salute.

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