Nei primi mesi del 2022 accolte in Piemonte 150 donne vittime di tratta

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La tratta degli esseri umani è una grave violazione dei diritti fondamentali che implica il trasferimento o il trasporto illegale in forme coercitive di una persona straniera in un altro Stato al fine di sfruttarla nell’ambito della prostituzione, del lavoro, dell’accattonaggio o in altre attività illegali. A questo tema è stato dedicato il convegno “Il diritto di essere libere”, organizzato in Consiglio regionale, dal Comitato diritti umani e civili e dalla Consulta regionale femminile.

Tanti i dati emersi nel corso della mattinata, a livello globale il fenomeno ha una forte connotazione di genere: il 77%5 delle vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale sono donne e ragazze, mentre la percentuale di persone di genere femminile impiegate a fini di sfruttamento lavorativo si assesta al 14%. Per gli uomini invece le stime sono invertite (rispettivamente 17% e 67%). Nel 2016, sul totale delle nuove prese in carico, i nuclei erano il 5,99% e i figli rappresentavano il 6,56%. Nel 2020 i numeri sono raddoppiati: i nuclei pesano sul totale delle nuove prese in carico per l’11,66%, e i figli per il 14,16%7. I rifugiati e le vittime di tortura, di tratta o grave sfruttamento, hanno un rischio di 3,7 volte maggiore di sviluppare forme di schizofrenia e altre psicosi rispetto alla popolazione locale e di oltre il 66% rispetto ad altri migranti provenienti dalle stesse aree geografiche.

In Piemontel’82% delle persone prese in carico dal sistema anti-tratta sono donne e provengono in maggioranza da Nigeria (90%) e Costa d’Avorio. L’80% delle persone identificate come vittime di tratta o di grave sfruttamento in Piemonte ha fatto richiesta di protezione internazionale. Da gennaio ad aprile 2022 secondo i dati raccolti nel progetto ALFA – accogliere le fragilità, sono state seguite e assistite dalla rete anti-tratta facente capo ad Alfa e Anello Forte3, 150 donne. 70 donne sono state accolte nelle strutture di accoglienza della rete, Tra queste: 26 in gravidanza di cui alcune già con un figlio, 41 donne con figli di cui 34 con 1 figlio e 7 più di un figlio (età prevalente bambini 0-3 anni). A questi numeri devono aggiungersi 50 donne che sono state prese in carico dal Comune di Torino, 27 donne con figli inserite nei Centri di Accoglienza della città metropolitana. Il Piemonte registra uno dei numeri più alti a livello di presenza di nuclei monoparentali di persone accolte nel sistema anti-tratta: dal 2018 a oggi nei programmi dedicati alle vittime di tratta sono stati accolti 78 nuclei.

Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sull’immigrazione e sul diritto di asilo: dal 2018 al 2020 sono stati circa 6.000 i primi contatti con potenziali vittime di tratta attraverso le unità di strada, gli sportelli, il Numero verde anti-tratta e i colloqui di valutazione eseguiti su richiesta della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e delle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati. I servizi pubblici e privati anti-tratta hanno assistito 1.367 potenziali vittime di tratta. Di queste 1.367 persone, 256 sono state accolte in strutture piemontesi. Attualmente, i posti attivi sul territorio regionale sono 94, distribuiti in tutte le province del territorio.

 

Interventi

Sara Zambaia, vicepresidente Comitato Diritti Umani e Civili- “Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo finiscono nelle mani dei trafficanti, vengono schiavizzate e private dei loro diritti fondamentali. Una forma di “moderna schiavitù”. Il convegno di oggi intende soprattutto dare un messaggio di speranza indicando gli strumenti per la promozione e protezione dei loro diritti e riconoscere lo straordinario valore della cooperazione tra i diversi attori istituzionali e privati”.

“Non vi è dubbio che oggigiorno – ancor più che in altre epoche storiche – ha dichiarato Giampiero Leo, vicepresidente Comitato Diritti Umani e Civili –   le donne siano le principali e le più coraggiose protagoniste nella lotta per l’affermazione dei diritti umani in tutto il mondo. Purtroppo sono anche sovente le maggiori vittime di tali violazioni. Dall’orribile fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale alle condizioni di minorità e oppressione che subiscono in molti Paesi a regime “patriarcale” e/o di fondamentalismo religioso.  Dalle pratiche di mutilazione sino agli stupri e gli abusi, particolarmente diffusi in alcune aree geografiche del terzo mondo e della America centro meridionale, fino a quelli compiuti ultimamente in Ucraina. Per queste e mille altre ragioni dobbiamo essere grati alle donne e totalmente solidali con loro”.

Donatella Giunti –  Funzionario assistente sociale Prefettura di Torino La Prefettura di Torino è capofila del progetto europeo ALFA – accogliere le fragilità, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Asylum, Migration and Integration Fund (AMIF) e dal Ministero dell’Interno, per assicurare tutela immediata e adeguata alle persone vulnerabili, vittime o potenziali vittime di tratta. Da inizio progetto (aprile 2019) sono state accolte complessivamente, su tutto il territorio regionale: 329 donne, 129 bambini/e (di cui 32 nati in accoglienza Alfa), 5 uomini (3 dei quali nigeriani accolti con il nucleo famigliare, 1 nigeriano e 1 gambiano accolti singolarmente). 3 persone transessuali (Venezuela, Brasile, Cuba) Finora gli enti anti-tratta piemontesi hanno accolto e accompagnato più di 500 persone vittime o potenziali vittime di tratta.

Ylenia Serra, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza – Per contrastare il fenomeno è necessario occuparsi delle vittime a 360 gradi, con un’attenzione particolare, dopo la prima accoglienza, all’inserimento all’interno della società. Mettere cioè al centro la vittima ed accompagnarla appunto no soltanto nella prima fase, che presenta indubbi aspetti di criticità, ma anche in quella successiva, con un importante lavoro di rete non soltanto sugli aspetti maggiormente materiali ma anche su quelli psicologici e mentali. Mancano politiche strutturali sia per l’emersione del fenomeno sia per l’inserimento sociale e lavorativo delle vittime con azioni programmatiche sl lungo periodo,

Ornella Toselli, presidente Consulta femminile regionale “La tratta si basa sull’invisibilità. Anche le vittime mantengono il silenzio per pudore e per paura  e I conflitti  in corso nel mondo acuiscono ancora di più la situazione. Esiste una quota di sommerso massiccia, la statistica è fuorviata perché il fenomeno varia velocemente. Ma è un fatto che tutte le vittime della tratta subiscono trattamenti disumani.  Dobbiamo imparare ad ascoltare le storie di queste donne per capire davvero di cosa parliamo”.

Marie-Jeanne Balagizi Sifa, coordinatrice Forum Donne Africane Italiane -Se la tratta degli schiavi è scomparsa, oggi persistono nuove forme di schiavitù.La tratta di esseri umani o schiavitù moderna in Africa colpisce persone più vulnerabili, soprattutto donne e bambini, in quasi tutti i Paesi africani. Nonostante i fondi già impiegati e strategie messe in atto per contrastare queste reti criminali, il fenomeno continua e si sta espandendo in molti paesi. Finché le associazioni e le altre organizzazioni della società civile africana non saranno coinvolte nella sensibilizzazione e nella lotta contro questo fenomeno, non ci saranno soluzioni efficaci. Per combattere la tratta è ora di cambiare strategia e gli interlocutori

Maria Pia Bonanate, editorialista Famiglia Cristiana e autrice del libro “Io sono Joy. Un grido di libertà dalla schiavitù della tratta. “Io sono Joy”, prima di essere un libro , è un grido , che ho ascoltato e raccolto sulle strade della periferia di Torino in una drammatica e indimenticabile notte. E, in un successivo momento, riascoltato, condividendo il martirio subito dalla protagonista. Questo grido è risuonato in me, e continua a risuonare, con una tale lacerante forza da avermi fatto sentire di doverlo fare mio perché non si possa più dire: “Io non sapevo” . Oppure, assolvendosi: “E’ il mestiere più vecchio del mondo “.Le vittime della tratta degli esseri umani per sfruttamento sessuale, sono le schiave di oggi che pagano con la mercificazione e devastazione dei loro corpi, della loro mente ed anima, l’ignoranza e l’indifferenza di una cultura predominante. Per questo la coraggiosa testimonianza di Joy deve diventare un “patrimonio dell’umanità” , come l’ha definita nell’accorata prefazione Papa Francesco e segnare una svolta concreta perché qualcosa cambi nell’inferno che migliaia e migliaia di donne, come lei,  stanno vivendo”.

Joy Ezechiel, protagonista del libro “Io sono Joy” – Ogni persona ha diritto di essere rispettata e riconosciuta nella sua dignità di essere umano. La tratta considera le persone  una merce , un prodotto in vendita .Come testimone diretta di questo dramma planetario chiedo che la comunità degli uomini e delle donne ponga fine a tanto immenso strazio e dolore.

”  in un momento storico- ha concluso Marina Lomunno, giornalista moderatrice dell’incontro – in cui l’accoglienza di chi fa più fatica sta diventando emergenza,  è importante che in una sede istituzionale  come il Consiglio regionale si rifletta sul diritto di essere libere delle donne vittime di tratta, perchè non è nostro merito, ricordiamolo sempre, essere nati nella culla giusta”.

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