Nasce il Laboratorio di Sostenibilità ed Economia Circolare dell’Unisg

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Carlo Petrini, classe 1948, ha fondato il movimento Slow Food

Si è tenuta oggi in collegamento streaming dalla Centrale – Nuvola Lavazza di Torino, la presentazione del Laboratorio di Sostenibilità ed Economia Circolare dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Bra. E’ avvenuta all’interno dell’evento “One Health, One System – Promuovere la sostenibilità per un benessere globale”. A illustrare l’iniziativa è stato un Inspiration Board composto da 12 scienziati, studiosi, intellettuali e divulgatori, portavoce dell’eccellenza italiana nella ricerca e comunicazione: Adriana Albini direttrice scientifica della Fondazione Irecs MultiMedica Onlus; Luigi Bistagnino fondatore del gruppo di ricerca sul Design Sistemico e della Laurea magistrale in Systemic Design al Politecnico di Torino; Stefano Boeri architetto e docente universitario; Luciana Castellina giornalista e politica; Annalisa Corrado ingegnera, collaboratrice del progetto Green Heroes per il Kyoto club, co-portavoce di Green Italia; Roberto Danovaro biologo marino, presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn; Monica Di Sisto giornalista specializzata nel commercio internazionale; Francesca Greco esperta di politiche idriche internazionali; Luca Mercalli climatologo e noto divulgatore; Pier Paolo Peruccio architetto e storico dell’architettura, membro del Cda del World Design Organization; Carlo Petrini presidente dell’Unisg e Antonio Uricchio, giurista e presidente dell’Anvur (Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca).

Ha detto Petrini: «Non è strano che l’Università di Scienze Gastronomiche promuova un progetto come il Laboratorio di Sostenibilità, perché proprio le scienze gastronomiche hanno una dimensione multidisciplinare in stretta connessione con tutte le tematiche sentite oggi. Con l’Unisg, con Terra Madre, Slow Food, l’Arca e i Presidi noi siamo in contatto con la rete di piccole, medie e grandi realtà del fronte alimentare. Il sistema agroalimentare così come è concepito è responsabile delle emissioni di Co2 per il 34%: la produzione del cibo ha un impatto incredibile, assai maggiore alla responsabilità della mobilità, che è solo del 17%. La sfida che ci attende ci chiede di essere umili e determinati. Umiltà perché stiamo convivendo con un uso ed abuso del termine sostenibilità. E determinazione perché il lavoro che dobbiamo fare dev’essere chiaro e determinato».

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