Monumento alle Calabrotte nelle Langhe Piemontesi: l’impegno del Sindaco Ferrua di Rocca Cigliè

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Come si ricorderà, poco più di due mesi fa, il 29 gennaio 2022, le associazioni culturali “Università delle Generazioni” e “Amici della Calabria” avevano inviato una “lettera aperta” a tutti i Sindaci dei Comuni delle Langhe piemontesi proponendo loro di realizzare un monumento in onore delle donne calabresi che, lì emigrate per matrimonio e denominate poi Calabrotte, hanno contribuito a salvare quel territorio sia demograficamente che economicamente, come ha affermato pure Carlo Petrini presidente di Slow Food.

Inoltre, in occasione dell’8 marzo, festa delle donne, entrambe le associazioni avevano organizzato idealmente il primo “Calabrotte Day” assegnando il “Gran Premio delle Generazioni” a quelle donne emigrate dalla Calabria nelle Langhe piemontesi, specialmente negli anni sessanta e settanta, come ha cercato di raccontare più in generale per il Nord Italia la miniserie televisiva “La Sposa” che, trasmessa da Rai Uno dal 16 al 30 gennaio, ha avuto un grande successo di ascolti e di commenti.

La pergamena di tale premio è stata messa in modo permanente dal sindaco Luigi Ferrua nella Sala del Consiglio Comunale di Rocca Ciglié, accanto al Gonfalone. Un segno, questo, di grande considerazione generazionale ed istituzionale per le Calabrotte ma anche per quell’epica sociale vissuta dall’Italia del boom economico e, in particolare in tale caso, dalla Calabria e dal Piemonte, regioni idealmente gemellate da tale epopea d’amore e di coraggio femminile, coniugale e familiare.

Lo stesso sindaco di Rocca Gigliè, Luigi Ferrua, ha scritto all’Università delle Generazioni e degli Amici della Calabria prendendo solenne impegno, con lettera prot. 677 del 29 marzo 2022, di un “Monumento alle Calabrotte” da realizzarsi assieme a tutti gli altri Comuni delle Langhe. E un “monumento letterario” in onore delle donne calabro-piemontesi sta per essere ultimato da Piero Dadone, ex consigliere regionale del Piemonte e scrittore, con un libro sociologico che verrà presentato prossimamente pure a Cortale, comune dell’Istmo della Prima Italia, tra i golfi di Squillace e di Lamezia, che ha avuto numerose partenze di queste “Calabrotte”; le quali avevano avuto anche l’attenzione di un altro noto scrittore, Nuto Revelli di Cuneo, con il libro “L’anello forte” (Einaudi, Torino 1985) e poi dal collettivo Lou Palanca con l’accorata e commovente narrazione “Ti ho visto che ridevi” (Rubbettino, Soveria Mannelli 2015).

Infine, l’Università delle Generazioni e gli Amici della Calabria fanno appello alla Regione Calabria e alle altre Istituzioni provinciali e locali affinché sostengano la realizzazione del “Monumento alle Calabrotte” e si rendano parte attiva nelle conseguenti celebrazioni e manifestazioni in onore di tutte le donne calabresi che, emigrando, hanno contribuito ad unire maggiormente l’Italia, come affermano  Piero Dadone sul quotidiano “La Stampa” di Torino” e Lamberto Colla direttore della << www.gazzettadellemilia.it >>. – stop

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