Macellazione clandestina a Saluzzo, intervengono i Carabinieri Forestali

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I Carabinieri Forestali di Saluzzo hanno recentemente scoperto un macello abusivo dove sono stati illegalmente abbattuti e lavorati svariati ovi-caprini.

L’attività è partita dall’osservazione di movimenti sospetti presso una macelleria islamica che ha indotto i militari ad effettuare alcuni accertamenti rinvenendo così, all’interno della cella frigorifera, diverse carcasse sprovviste del bollo sanitario di macellazione. A quel punto, dopo alcuni approfondimenti e con la preziosa collaborazione della locale Stazione territoriale dell’Arma e dei veterinari dell’ASL CN1, si è proceduto al controllo di un allevamento zootecnico della campagna saluzzese dove era in atto una macellazione clandestina.

Erano presenti diversi soggetti magrebini lì accorsi per procurarsi la carne da consumare in occasione della festa islamica cosiddetta “del sacrificio”.

Dai resti delle carcasse rinvenuti nelle pertinenze dell’allevamento è stato possibile accertare la macellazione di almeno n. 35 capi ovini. Altri, ancora in vita, una volta terminata la fase di contrattazione del prezzo, stavano per essere macellati.

Le condizioni igienico – sanitarie in cui veniva svolta l’attività e i grossolani attrezzi adoperati sono risultati fin da subito inadeguati e assolutamente precari. I resti degli animali ad esempio erano sparsi a terra o posti in carriole e in una grossa benna da trattore con abbondante percolamento sul suolo di materiale organico.

 

Al termine dei controlli operati i resti organici venivano posti sotto vincolo sanitario per assicurarne la successiva distruzione mediante ditta autorizzata.

Si precisa che la macellazione secondo rito religioso islamico, quindi senza preventivo stordimento dei capi, è concessa in deroga alle ordinarie modalità e prevede specifiche procedure, nell’occasione non rispettate, tra cui l’impiego di uno strumento meccanico per il contenimento dei capi al momento della iugulazione (metodo di abbattimento che consiste nella recisione delle vene giugulari provocando il dissanguamento dell’animale).

I soggetti sorpresi non risultavano aver mai frequentato gli obbligatori e specifici corsi di formazione teorico-pratici e ignoravano presumibilmente le migliori tecniche disponibili e gli accorgimenti per ridurre la sofferenza degli animali.

Ad un italiano, proprietario dell’allevamento e, al momento, ad un magrebino, esecutore delle pratiche descritte, sono stati contestati i reati di macellazione abusiva e maltrattamento di animali previsti dal Decreto Legislativo 193/2007 e dall’art 544 – ter del Codice Penale e sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria.

Oltre ai reati di cui sopra sono in fase di definizione sanzioni di natura amministrativa per il mancato rispetto delle norme riguardanti gli aspetti igienico sanitari, la gestione dei rifiuti prodotti e la tracciabilità delle carni, per un importo presumibilmente compreso tra 10.000 e 20.000€.

 

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