Licenziamenti. Grimaldi (LUV): Blocco va prolungato e generalizzato, si fermi il disastro occupazionale in Piemonte.

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L’esponente di opposizione Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi

“Lo sblocco dei licenziamenti dal 1° luglio per le imprese che non usufruiscono di cassa integrazione mette a rischio anche in Piemonte migliaia di posti di lavoro. Il blocco va prorogato in modo generalizzato e affiancato da una riforma degli ammortizzatori sociali, se si vuole agire nel segno della giustizia sociale. Si smetta di dire che la crisi ha colpito tutti e ognuno deve fare sacrifici, è una retorica pavida e in malafede; c’è chi durante la pandemia non ha mai smesso di lavorare e ha sofferto di più in termini economici, tante analisi ci dicono chel’impatto del Covid su occupazione e salari ha penalizzato ancor di più i lavoratori poveri e discontinui, i disoccupati, i cassaintegrati. Mi appello al Presidente Cirio e all’Assessora Chiorino affinché facciano capire all’esecutivo nazionale che non è davvero più tempo di queste ricette sbagliate e perdenti” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito all’ultima versione del decreto Sostegni bis, in base al quale le aziende industriali potranno tornare a licenziare dal primo luglio di quest’anno, data in cui finirà anche la “Cassa Covid”, mentre inizialmente il testo del decreto prevedeva la possibilità di prorogare il blocco dei licenziamenti di 60 giorni, fino al 28 agosto.

“Ricordiamoci che all’inizio della pandemia, nonostante il blocco, i licenziamenti sono stati numerosi: c’è stato un calo, ma non un congelamento” – prosegue Grimaldi: – “Per non parlare dei ‘licenziamenti fantasma’: contratti a termine non rinnovati e tirocini interrotti. Quindi non solo il blocco va prorogato per non aggravare una situazione già drammatica, ma bisogna fare molto di più: ancora non abbiamo uno strumento di protezione e tutela adeguato per i soggetti economicamente più fragili e, dopo un anno di pandemia, non c’è nessun serio impegno sulle politiche attive del lavoro. E che dire della strage sui luoghi di lavoro? Quanto dovremo aspettare per un vero piano su salute e sicurezza e una riforma degli appalti che ne garantisca la tutela? Dovremmo rilanciare un piano per l’occupazione nei settori pubblici, a partire da scuola e sanità, riformare gli ammortizzatori sociali, sviluppare la contrattazione collettiva a partire dal rinnovo dei contratti nazionali scaduti e realizzare una riforma fiscale fortemente progressiva. Ma è evidente che al Governo Draghi mancano il coraggio e la volontà di agire con solidarietà e giustizia”.

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