Le Acli Provinciali di Cuneo per la festa del 1° maggio a Fossano

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FOSSANO – E’ iniziata domenica 30 aprile con la partecipazione alla Messa per il mondo del lavoro, celebrata dal vescovo della Diocesi di Cuneo e Fossano, mons. Piero Delbosco, nel santuario Madre della Provvidenza di Cussanio, la Festa del 1° Maggio per le Acli provinciali di Cuneo. Un bel gruppo di dirigenti (il presidente Elio Lingua, la vice Mariangela Tallone e i componenti della presidenza: Bruno Massa, Giovanni Zavattero, Piergiorgio Previotto, Mario Saettone, presidente di zona di Fossano, e i consiglieri provinciali Adriana Faule e Giuseppe Vetrano), dopo la celebrazione, alla presenza di mons. Vescovo, ha deposto un vaso di fiori e si è fermato per un momento di raccoglimento di fronte alla statua di San Giuseppe Lavoratore, situata nei giardini antistanti il santuario.

 

Il monumento marmoreo era stato realizzato grazie a fondi raccolti tra gli iscritti alle Acli fossanesi e inaugurato il 1° maggio 1956, dall’allora vescovo mons. Dionisio Borra, e dal sindaco Giuseppe Manfredi, durante una grande manifestazione a cui avevano preso parte numerosissimi fossanesi. La festa del 1° maggio 2023, per le Acli cuneesi è proseguita poi con la partecipazione del segretario provinciale della Fap, Raffaele Fattoruso, alla manifestazione indetta a Cuneo dai sindacati, con una breve marcia dal duomo a piazza Virginio. Come movimento di lavoratori cristiani, le Acli provinciali di Cuneo si uniscono al presidente nazionale Emiliano Manfredonia, che sul quotidiano “Avvenire”, ha sottolineato l’impegno dell’associazione nel cercare di dare dignità al lavoro. Manfredonia ha parlato di lavoro “come mezzo di sostentamento, come servizio alla comunità, come relazione tra uomini e donne del nostro tempo, come luogo di libertà e di edificazione, come luogo privilegiato di collaborazione dell’umanità”. Il lavoro come tempo di crescita, che aiuta a conciliare i tempi di vita; come incubatore del vigore giovanile; come luogo dove si impara il sostegno reciproco; come allenamento ad una dimensione di fraternità globale e di ricerca di giustizia sociale; come ricerca di nuove vie di sviluppo equo e sostenibile. Il lavoro che non alimenta scarti, che accoglie chi fugge da guerre e disperazione, che promuove la cultura, la collaborazione internazionale; il lavoro come luogo di testimonianza cristiana.

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