La Regione Piemonte incentiva un ritorno ai giochi del passato contro l’abuso dei videogames

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Più giochi tradizionali, meno videogames: è questa la nuova partita aperta dalla Regione Piemonte nelle politiche a sostegno delle famiglie e dei bambini dopo aver ricevuto un milione di euro in più dallo Stato rispetto allo scorso anno per i 45 Centri famiglia sparsi sul territorio. Le risorse ammontano quindi a 1.860.000 euro.

“Circa il 10 per cento – annuncia l’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino – sarà dedicato a progettualità per promuovere i giochi tradizionali a discapito di quelli elettronici che, come ipotizzano diversi studi, possono creare veri e propri fenomeni di pericolose dipendenze. Credo molto nel ruolo che possono svolgere i Centri per le famiglie, soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla genitorialità. Il nostro obiettivo è formare per il futuro cittadini migliori, e questo processo deve avvenire proprio partendo dalle famiglie. Non dobbiamo dimenticarci che valori fondamentali come il rispetto per il prossimo, il rifiuto della violenza e del bullismo, il principio di legalità e del convivere civile, osservando le regole, vengono appresi ed elaborati dai più piccoli proprio entro l’adolescenza, grazie a una sana educazione da parte delle mamme e dei papà. Ed a proposito di socialità anche il gioco ricopre un ruolo determinante. Nessuna crociata quindi, contro i videogames, ma un incentivo al ritorno ai giochi tradizionali, sociali, manuali, che contribuiscono anch’essi ad una crescita corretta dei nostri figli“.

Con una parte di questi fondi verranno finanziati anche il Call center mamma-bambino del Volontariato Vincenziano di Torino e il sostegno per le adozioni di minori sopra i 12 anni o con disabilità.

I Centri per le famiglie sono servizi istituiti dalla Regione per affiancare le famiglie nel loro ruolo educativo, sociale e di cura, in tutti i passaggi evolutivi del ciclo di vita, sostenendo, in particolare, la genitorialità a fronte di eventi critici inaspettati. Realizzati dai Comuni in raccordo con i consultori familiari, favoriscono iniziative sociali di mutuo aiuto in collegamento con gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, forniscono informazioni, consulenza e servizi nella formulazione del proprio fabbisogno e nella ricerca della risposta più adeguata.

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