Un’altra perizia, affidata allo psichiatra torinese Roberto Keller, è stata disposta dal giudice Alberto Giannone su Mario Roggero, il 68enne gioielliere accusato dell’omicidio di due e del ferimento di un terzo dei banditi che il 28 aprile 2021 rapinarono il suo negozio a Grinzane Cavour. Dovrà dire con terzietà se l’imputato fosse, come sostenuto dai consulenti di parte civile e parzialmente da quelli del Pm Davide Greco, o non fosse, come obiettato venerdì in Tribunale dai periti di difesa, capace d’intendere e volere. In Corte d’Assise ad Asti la 5ª udienza di questo procedimento ha visto le testimonianze di moglie e figlia del commerciante presenti all’assalto dei banditi.
Entrambe hanno parlato di una situazione che -dal precedente di 6 anni prima, quando il titolare fu anche pestato a sangue da altri predoni – si era fatta pesante. Una continua sensazione d’insicurezza e disagio per un’attività a cui pure i genitori di Laura e sua sorella Paola avevano dedicato la vita. La signora Mariangela ha ripercorso il “film” della rapina proiettato alla prima udienza. Una sonorizzazione della videosorveglianza con i ricordi del terrore, delle minacce di morte e dei pugni subìti. Fino alla reazione del marito che gli specialisti chiamati dagli avvocati a esaminarlo descrivono preda di stress post-traumatico riaffiorato proprio da quel drammatico episodio. L’inseguimento in strada a rapina ormai finita si spiegherebbe con una visione distorta, Roggero convinto che la consorte fosse stata presa ostaggio dai malviventi. Lei con la figlia stava invece sulla porta.