La maggioranza chiede di esporre il Crocifisso nell’Aula sede di Consiglio Regionale

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TORINO – Nella seduta pomeridiana del Consiglio Regionale odierno è stato discusso un Ordine del Giorno della maggioranza a proposito di “Difesa, rispetto e salvaguardia dell’importanza del Crocifisso”. In particolare il Consigliere Andrea Cane ha illustrato la proposta di esporre, all’interno dell’Aula del Consiglio Regionale a Palazzo Lascaris, il Crocifisso.

Nel corso del dibattito politico il Consigliere Maurizio Marello è intervenuto sul tema da tempo al centro di discussioni, portando importanti suggestioni: «Condivido con i colleghi il disagio che sto provando nel sentire in quest’Aula, che è un’istituzione civile, pronunciare citazioni evangeliche, teologiche, dare patenti di “buono o cattivo cristiano” a seconda della parte politica a cui si appartiene. Credo sarebbe stato lo stesso disagio che avrei provato questa mattina quando alle 8, mi sono recato alla messa feriale, e avessi sentito il parroco parlare di politica, assestamento di bilancio della Regione e altri temi propri di quest’Aula», ha spiegato.  «Alcuni passaggi dell’Ordine del Giorno illustrati dal Consigliere Cane sono condivisibili, ad esempio quelli che riguardano il significato religioso e culturale del crocifisso. Il problema è l’uso che se ne fa quando lo si introduce, a mio modo di vedere impropriamente, piegandolo a quelle che sono esigenze strumentali di parte nell’ambito del dibattito politico».

A proposito della questione dell’inserimento o meno di Crocifissi in luoghi di aggregazione e formazione Marello ha espresso il suo punto di vista: «Credo che il Crocifisso debba rimanere laddove è da tanto tempo, in particolare nelle scuole, poiché sarebbe sbagliato toglierlo, ma sono altrettanto convinto che non vada messo nelle Aule Istituzionali. Il principio di laicità dello Stato è una conquista molto recente confermata per la prima volta nella Costituzione. Il nostro stato è laico e perciò aperto a tutte le professioni religiose».

Il Consigliere ha concluso, citando Benigno Zaccagnini, politico democristiano che disse «I credenti fanno politica non in nome della fede, ma semmai a causa della fede». Ha detto: «Mi permetto di suggerire di lasciare quest’aula spoglia, al netto degli arazzi, delle opere d’arte, dei vessilli e delle bandiere e provare a riempirla invece di valori, idee, contenuti attraverso il nostro comportamento, il nostro esempio, adempiendo nel modo migliore all’impegno che i cittadini piemontesi ci hanno chiamati a svolgere».

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