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La Compagnia “Il Nostro teatro di Sinio” piange la scomparsa di Gian Carlo Pescarolo

SINIO – Attore, tecnico tuttofare che per tanti anni ha messo a disposizione le sue molteplici capacità a servizio della compagnia che ha tanto amato, così lo vogliono ricordare, i suoi compagni “di avventura”. Così come lo stesso Oscar Barile traccia la figura del caro amico Gian Carlo Pescarolo, affidando i suoi ricordi su Facebook:

Ieri, dopo alcuni mesi di un lungo calvario a seguito di una brutta caduta, ci ha lasciati Gian Carlo Pescarolo. Conobbe e si affezionò a Sinio, grazie ad alcuni amici e soprattutto alla sua lunga storia d’amore con la moglie Giovanna; mise le sue capacità e i suoi talenti a disposizione di tutto il paese che restò sempre nei suoi pensieri e nel suo cuore. Elettricista e tuttofare provetto, fin dagli anni ‘60/’70 fu uno dei promotori e degli entusiasti “giovani” che portarono la Pro-Loco di Sinio a livelli di eccellenza. Molti di noi devono anche dirgli personalmente “grazie” per la disponibilità e generosità con cui cercava di risolvere ogni tipo di problema si presentasse . Donatore di sangue pluripremiato, ancora l’estate scorsa, è stato portabandiera dell’AVIS di Sinio durante la festa annuale, come in molti altri momenti. In particolare, in questi ultimi anni, è giusto ricordare anche il suo servizio alla parrocchia.
Quando nacque la compagnia (allora della Pro-Loco di Sinio e ora del Nostro Teatro di Sinio) aderì con entusiasmo e convinzione fin dal 1982 e, sicuramente, il gruppo, senza di lui, senza la sua competenza, senza la sua rigorosa presenza, senza il suo costante “esserci” anche quando gli costava fatica, senza la sua allegria, senza i suoi scatti di impazienza, non sarebbe stato lo stesso. Oltre alla sua competenza e al suo grande lavoro in “tutto ciò che c’era di tecnico”, sin agli inizi, e per tanti anni è stato validissimo caratterista con la sua maschera ironica e le sue istrioniche capacità di improvvisazione (Fredo ne “Le doe ciòche”, Bogiolin ne “La felicità ‘d monsù Guma”, Cichin in “Andoma al mar”, Priscillo Cosimède in “Tuti la veulo…”, Cesare Augusto Pomin ne “’L re dël petròlio”, il Notaio ne “L’eredità ‘d magna Ninin”, Monsù Cardon in “Gratacù”, Ludovico in “Viva la sposa”, il Cav. Ippoliti in “… ën mancansa ‘d cavàj”, Joe in “Che dëstin gram”: questi i suoi personaggi, senza dimenticare “Ij muleta”, spassosissima scenetta con Fiorenzo.
E poi, il tuo impegno, il tuo lavoro, la tua caparbia ostinazione per far sì che il restauro della sala del Nostro Teatro di Sinio (il nome si deve a te) fosse perfetta e diventasse quel piccolo gioiello di cui andavi orgoglioso e mostravi a tutti coloro che incontravi sulla piazza e che si dimostravano interessati.
Ci mancherai, caro Gian Carlo, e vorremmo dirti tante cose, ma sappiamo che ti basta il nostro “grazie” con l’assicurazione che la compagnia cercherà di andare avanti anche nel tuo ricordo e con il rigore che tu hai sempre preteso.
A me personalmente mancheranno la tua sincera amicizia ed il tuo affetto, mai incrinati neppure quando non eravamo d’accordo o da scatti di collera, i tanti ritorni in furgone a notte fonda, dopo una recita, con i nostri sgangherati canti per tenerci svegli (anche se tu non ricordavi le parole, ma le inventavi), le tantissime volte in cui siamo andati a teatro insieme, a Torino, ad Alba, all’Arena di Verona, al maggio musicale fiorentino, alla Scala di Milano (sempre con l’impeccabile organizzazione di Serafino) e mille altre occasioni. Mi mancheranno le tue confidenze, la tua grande testimonianza d’amore per Giovanna, ma soprattutto la tua grande generosità.
Grazie, grazie, grazie, anche per quando non sono stato capace di dirtelo direttamente.

I funerali avranno luogo oggi pomeriggio, martedì 31 gennaio, alle ore 14,30 nella Parrocchia di San Frontiniano in Sinio.

Redazione Corriere

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