La “Cometa” che segnò gli albori dell’umanità, mercoledì 8 febbraio, appuntamento in biblioteca a Monforte

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Migliaia di anni fa in un remoto punto dell’universo, si presentava con la sua chioma verdastra, la cometa ora nuovamente ricomparsa nei cieli notturni e chiamata dei “Neanderthal”. Ma siamo sicuri che quell’astro solitario sia solamente apparso all’Homo sapiens neanderthalensis?

Infatti, probabilmente già ai tempi dell’Homo erectus/heidelbergensis, la cometa poteva essere visibile nel cielo. In quei tempi lontani, l’uomo già muoveva i primi passi svolgendo varie attività atte alla sua sopravvivenza. Le tracce del passaggio delle più arcaiche forme umane, nel continente europeo risalgono a circa 950mila anni fa, interessando sicuramente anche il nostro territorio. I cacciatori-raccoglitori dalla Riviera (Mentone) risalivano le Alpi Marittime a predare i Megaceri dai grandi palchi, i rinoceronti lanosi della paleo-Valle del Tanaro e gli elefanti antichi dell’altopiano cuneese.

Col succedersi delle glaciazioni fra i 200 e 100mila anni fa, anche i neandertal come dei veri globe-trotters, guadagnarono le steppe arborate della media valle del Tanaro. Negli ambienti periglaciali dell’alta Valle, pur non avendo traccia diretta dei neandertal, l’esistenza di alcune “stazioni-osservatorio” definite dalla presenza di strumenti litici, ne attesta la presenza: parliamo delle località di Bastia di Mondovì, Bagnasco e Nucetto. In questi siti sono documentati raschiatoi su sasso, punte e strumenti da taglio ricavati da spicchi, da calotte e mezzi ciottoli quarzitici.

Quindi, località all’aperto temporaneamente frequentate dove non solo compaiono tracce di attività antropiche di scheggiatura, ma dalle quali si poteva osservare i dintorni e i crinali più lontani dell’intero territorio, dove a quei tempi i cieli notturni si potevano quasi …toccare con un dito…

La cometa che sta attraversando i cieli in questo periodo proviene dai lontani confini del sistema solare. Si dice che sia apparsa al tempo dell’Homo sapiens neanderthalensis, in realtà potrebbe anche essere più “antica”. Questi astri particolari hanno sempre polarizzato l’interesse degli uomini che di essi hanno dato varie interpretazioni. Un breve riassunto storico di queste concezioni, arrivando ad Edmund Halley ed alle attuali conoscenze, derivate anche grazie alle sonde spaziali che le hanno fotografate e analizzate. Dalle idee di Aristotele, passando per il Medioevo fino a Toscanelli, Halley, Schiaparelli.

Il loro studio riveste particolare importanza per comprendere meglio i primordi del sistema solare e il sorgere della vita sul nostro pianeta.

relatori

Giuseppe Rolfo & Piero Barale

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