“La Casetta degli amori tristi e non”: Luisa e la sua prima raccolta di poesie

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Sinceramente non pensavo che parlare di un libro di poesie fosse tanto  difficile. Il fatto è che la poesia incute timore a chi, anche per lavoro, scrive per raccontare e poco per emozionare. La difficoltà è pure aumentata quando mi sono trovato alle prese con un libro di versi, non necessariamente in rima, che hanno per oggetto l’amore e per autrice una simpatica ragazza che, nel risvolto della seconda di copertina, dichiara con cristallina trasparenza “di non amare troppo parlare d’amore ma, siccome fa parte della nostra vita, DUNQUE è necessario parlarne”. E già questa – a mio avviso – è poesia. Così come, essendo l’autrice solenne diplomata del Liceo Classico Govone di Alba, quel dunque che precede la necessità di parlare d’amore a me ricorda davvero tanto quel frammento di Alceo che, ben lieto per la morte del tiranno Mirsilo, esorta il popolo col celebre “…dunque ora bisogna bere”.  Mi accorgo solo ora di non avere presentato per bene la nostra autrice. Si chiama Luisa Casetta, vive e lavora a Montà, ha una figlia giovanissima, è una educatrice professionale e, per fortuna, scrive poesie. E, credetemi, le scrive piuttosto bene. Del resto quando di parla di sé a cuore aperto e si hanno cose vere da raccontare (in prosa, in versi, in pittura, musica, fotografia e quant’altro) e una buona capacità di utilizzo degli strumenti espressivi, oltre all’immancabile dose di passione e talento, è quasi certo che si riuscirà a mettere in risonanza il proprio cuore con quello dei fruitori del nostro lavoro. In questo senso “La Casetta degli amori tristi e non” – questo il titolo dell’antologia pubblicata da LFA Publisher – è una piacevole antologia poetica che l’autrice offre ai lettori secondo una classificazione ben precisa di capitoli, situazioni, protagonisti, tipologie sentimentali semplici, complesse e transitorie per poi riassumere coraggiosamente tutto quanto in una sola pagina di conclusioni. Che – ovviamente – mi prendo ben guardia di anticipare ai lettori. Ho letto l’antologia senza rispettare i codici previsti dall’autrice, ma credo sia una scelta non compromette la fruizione del libro. Le poesie spiegano bene lo stato d’animo o il vissuto che le ha generate e questo di Luisa Casetta non è un trattato sull’amore, sulle sue qualità, sfumature, sul destino che incombe su tutta la nostra vita e quindi anche sul nostro cuore. Alla fine, anche procedendo senza uno schema, Luisa sembra di conoscerla da sempre: di essere stata con lei nei giorni buoni, in quelli cattivi e in quelli disperati. E’ una questione di particolari. Che solo i poeti sanno cogliere, nella gioia e nel dolore di ogni vita. Del resto, chiudo citando Kahlil Gibran, “amare significa essere vulnerabili”.

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