
«Non è assolutamente concepibile che Bra abbia una così inadeguata gestione dei rifiuti: negozi e bar tutti aperti, e i sacchi dell’immondizia ancora per strada anche davanti al comune. Rivedremo completamente questo disservizio fallimentare!» – esclama Annalisa Genta in un filmato diffuso la settimana scorsa su Facebook. Un attacco, quello della candidata a sindaco del centrodestra, che ha introdotto nella campagna elettorale un tema ampiamente previsto dopo le polemiche successive al recente riassetto della differenziata. Immediata è stata la replica del centrosinistra che ha sollevato un piccolo “caso” mediatico.
Il video è stato girato in corso Cottolengo. Secondo i suoi autori era il 18 aprile: la camera inquadra sul selciato un cumulo di sacchi gialli della plastica ai piedi di Genta che lancia le sue critiche con sullo sfondo il municipio. L’assessore all’Ambiente Sara Cravero rileva trattarsi di una «normale esposizione in un giorno di raccolta», non fosse che in quel posto, lungo il muro ovest di Palazzo Mathis «non risultano utenze» dei rifiuti. Dal centrodestra ammettono d’aver colto una prospettiva icastica. «Ovvio, fa più effetto ma – ribattono – non era una situazione anomala, i rifiuti che restano per ore in attesa sui marciapiedi sono la norma in tutta Bra».
Chiediamo a Cravero: il lavoro dei netturbini potrebbe essere riorganizzato per avere la città sgombra già di prima mattina? «E’ stata una scelta sollecitata dai cittadini quella di evitare operazioni rumorose in orari in cui i residenti riposano» – risponde l’assessore. E aggiunge: «Genta lamenta che i turisti sono disturbati dai sacchi? I cassonetti sarebbero peggio. I sacchi una volta rimossi non ci sono più, i cassoni restano in strada». Sul giudizio di «disservizio fallimentare» Cravero conclude: «In due mesi d’applicazione del sacco conforme l’indifferenziato è sceso del 55%; non pare proprio un fallimento e consentirà di ridurre da subito la tassa rifiuti».
Interpellata dal “Corriere” Genta respinge con sdegno i sospetti di una messinscena sopra l’ala. Sospetti che, accusa Roberto Russo, scudiero della sua campagna elettorale, sarebbero stati accreditati sempre su Facebook anche da Ugo Minini, marito del sindaco uscente Bruna Sibille. «Ha scritto che i sacchi li abbiamo portati noi, è una calunnia» – protesta Russo. E Genta: «Chi ha messo l’immondizia lì? Non lo so, di sicuro non io, non noi. Ho dei testimoni, passanti con cui ho parlato. E li avevo già visti diverse altre volte i sacchi in quel punto dalla biblioteca, museo e università».
Forse la plastica era della Pegaso o di altri vicini di casa, la biblioteca non è più al Mathis da decenni… Schermaglie e gaffes elettorali a parte, quello dei rifiuti si conferma “tema sensibile” di cui dovrà tornare a occuparsi, chiunque la guiderà, la prossima Amministrazione.