In Bra: a Sant’Andrea celebrata la Santa Messa in diretta streaming

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BRA – Domenica scorsa 8 marzo, alle ore 11  anticipando di poco le disposizioni contenute nel comunicato dei  Vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta, datato nello stesso giorno, nella Parrocchia di Sant’Andrea do Bra, in una chiesa praticamente deserta, il parroco don Giorgio Garrone ha celebrato con inizio alle ore 11,00 la Santa Messa festiva e il rito sacro è stato trasmesso in diretta streaming.

Molti braidesi e non braidesi hanno potuto così seguire la funzione religiosa dalle proprie abitazioni sugli schermi televisivi o sui propri telefonini.

Si è trattato di una partecipazione devota e commossa durante la quale tutti hanno percepito la profonda appartenenza alla propria comunità religiosa.

Speriamo che, in questo periodo di quarantena che si presume debba concludersi, così speriamo, il 6 aprile prossimo, la riproposizione della Santa Messa festiva in diretta streaming si abbia a ripetere.

Ormai la consapevolezza della gravità della situazione in cui il nostro paese, insieme a tanti altri, si trova coinvolto è sempre più diffusa e solo degli incoscienti potrebbero ostinarsi a voler ignorare i gravi pericoli sanitari che ci insidiano.

Errori di disattenzione e di sottovalutazione se ne sono commessi a tutti i livelli, ma ora bisogna agire con compattezza e in modo uniforme.

Oggi più che mai dobbiamo renderci conto che noi tutti siamo dei “vasi comunicanti”, nel bene e nel male, e che le azioni degli uni, positive o negative che siano, finiscono col ricadere su tutti gli altri.

E’ sconfortante vedere persone che non rispettano le norme date e giocano così con la propria e l’altrui salute, convinti di essere al di sopra di ogni regola imposta, trasformandosi così da audaci temerari in potenziali assassini.

Peggiore ancora è il comportamento di quelli che definirei “furbetti del coronavirus”, ossia persone che cercano di sfruttare a proprio vantaggio la grave calamità in atto nel nostro paese.

Episodi di cinica furbizia si sono già verificati in un recente passato come ad esempio nell’alluvione della nostra zona nel 1994 o nel terremoto d’Abruzzo dell’aprile 2009, quando, dinanzi al disastro ambientale in atto, certi imprenditori furbetti si fregavano le mani pregustando i vantaggi economici che loro avrebbe assicurato la lunga e costosa ricostruzione.

Oggi c’è chi fa incetta di strumenti sanitari e farmaci per poi ricollocarli sul mercato a prezzi decisamente maggiorati e chi fa lievitare in modo spropositato i prezzi dei beni di primo consumo.

Un esempio, tanto per capirci: in un bar di Bra ho pagato in questi giorni una tazzina di caffè d’orzo, che a febbraio pagavo € 1,20, ben € 1,80.

Io spero che noi tutti insieme sappiamo contribuire a smascherare questi sciacalli e che chi è di dovere sappia agire per sanzionare tali comportamenti disonesti.

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