Impianti sciistici, solidarietà ai territori. Sindaci in prima linea chiedono ristori immediati

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“Nell’esprimere la massima solidarietà ai territori colpiti dalla mancata riapertura degli impianti sciistici, auspichiamo che il governo affronti velocemente la partita dei ristori spettanti alle attività del turismo bianco. Siamo preoccupati per le ricadute economiche ed occupazionali di questa scelta e come ANCI, nel manifestare la nostra vicinanza ai sindaci montani, siamo al fianco della Regione e del governatore Cirio per le iniziative che intenderà assumere a tutela degli interessi del Piemonte. Per il rinvio dell’apertura degli impianti occorreva una concertazione preventiva con le istituzioni e con gli attori del territorio”.


Lo afferma il presidente di ANCI Piemonte e sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, commentando la proroga al 5 marzo della chiusura degli impianti sciistici, comunicata dal governo a sole 15 ore dall’attesa riapertura.

“In questi giorni – aggiunge il vicepresidente di ANCI Piemonte con delega al turismo e sindaco di Omegna (VB), Paolo Marchioni – abbiamo assistito ad una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di chi, nelle ultime settimane, ha fatto di tutto per adeguare le strutture alle norme anti Covid. Siamo seriamente preoccupati per le ricadute occupazionali che peseranno sulla nostra regione. Se da una parte si apre il fronte dei rimborsi per gli utenti che avevano prenotato vacanze e pernottamenti sulla neve, dall’altra siamo molto preoccupati per tutti coloro che, non avendo raggiunto la quota dei 40 giorni lavorati, non potranno usufruire degli ammortizzatori sociali”.

Sulla questione, l’associazione dei Comuni piemontesi intende ribadire in modo corale e trasversale la propria posizione. “Purtroppo registriamo la lontananza dei “Palazzi” dai problemi reali del territorio – prosegue il vicepresidente ANCI Piemonte con delega alla montagna e vicesindaco di Baceno (VB), Stefano Costa -. Rinviare l’apertura degli impianti dandone notizia con poche ore di anticipo denota una totale mancanza di rispetto e di sensibilità nei confronti di chi lavora e di chi investe forze e denaro per garantire un futuro ai propri figli. Ancora una volta la montagna è stata abbandonata a se stessa. Siamo consapevoli delle necessità legate all’emergenza, non abbiamo mai negato il problema ma non possiamo condividere scelte avventate che penalizzino il nostro territorio. Auspichiamo un veloce cambio di passo e come ANCI continueremo a presidiare la questione in ogni sede”. 

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