Sono saliti a 5,6 milioni gli italiani in condizioni di povertà tale da non poter permettersi pasti adeguati a causa del peggioramento delle condizioni economiche con la pandemia. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Istat. Fra i nuovi poveri ci sono quanti han perso l’occupazione, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, lavoratori del sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti dipendenti a tempo determinato o con attività saltuarie penalizzate dalle limitazioni imposte contro la diffusione dei contagi per Covid.
Persone e famiglie che mai prima di questa crisi avevano sperimentato condizioni di vita tanto problematiche. Un numero crescente di italiani è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e ancor di più frequentemente ai pacchi alimentari. Un grande impegno di solidarietà che ha visto protagonisti insieme a molte organizzazioni, dalla Caritas al Banco Alimentare, dalla Croce Rossa alla Comunità di Sant’Egidio, anche singoli, famiglie, aziende pubbliche e private, enti ed associazioni come Coldiretti. Quasi un italiano su tre (30%) ha partecipato quest’anno a iniziative specifiche, raccolte e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose. Insieme purtroppo alla povertà è dunque cresciuta anche la solidarietà, che si è estesa dalle realtà di volontariato alle imprese commerciali e ai singoli cittadini. A partire per esempio dall’esperienza della “Spesa sospesa” di Campagna Amica.
Grazie agli agricoltori aderenti sono stati distribuiti oltre 5,5 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometro zero, donati e consegnati ai più bisognosi. La Coldiretti nota che si tratta della più grande offerta di cibo mai realizzata nell’ambito del settore primario nel nostro Paese, per sostegni d’emergenza e per incoraggiare a superare un’emergenza economica e sociale ancora in atto, per quanti non hanno visto la ripresa e restano sottoccupati o in cassa integrazione.