Il Museo Egizio dedica una mostra al padre dell’egittologia

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A un mese dal bicentenario della decifrazione dei geroglifici da parte di Jean-François Champollion, il Museo Egizio di Torino, dove lo studioso francese collaborò all’ordinamento dei reperti della sua collezione, racconta e approfondisce con una mostra un inedito aspetto della sua vita.

L’esposizione, ‘Champollion e Torino’, in programma dal 26 agosto al 30 ottobre, fa parte del ciclo ‘Nel laboratorio dello studioso’, una serie di mostre che accompagnano i visitatori dietro le quinte dell’Egizio, alla scoperta dell’attività scientifica dei curatori ed egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca.

L’esposizione, curata da Beppe Moiso e Tommaso Montonati, ripercorre l’esperienza torinese, lunga 9 mesi, dell’uomo che ha permesso di comprendere i testi dell’antico Egitto, dai papiri alle iscrizioni e pubblicazioni, lettere autografe, reperti e statuette sono gli ingredienti principali della mostra. A lui si deve, ad esempio, un primo studio del Canone Regio, papiro che riporta l’elenco dei faraoni fino a Ramesse II e che, dopo essere stato restaurato tra Torino, Berlino e Copenaghen, tornerà in esposizione all’Egizio a fine settembre.
L’egittologia nacque con la lettura, il 27 settembre 1822 all’Accademia reale delle iscrizioni e belle lettere, della ‘Lettre à M. Dacier’ sull’alfabetico fonetico usato dagli egiziani per scrivere i nomi dei sovrani greci e romani.

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