Il Movimento 5 Stelle perde i pezzi in Regione Piemonte

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Giorgio Bertola, già candidato presidente, e Francesca Frediani, già capogruppo hanno lasciato i pentastellati a Palazzo Lascaris
«Non sono io a essere cambiato. Io credo ancora nei valori iniziali, in tutto ciò che mi ha spinto a iniziare il mio impegno nel 2008. Volevamo cambiare il Sistema, ma il Sistema ha cambiato, in parte, il MoVimento». Così Giorgio Bertola, 50 anni, nel 2019 candidato alla presidenza della Regione Piemonte, ha annunciato il suo addio ai 5 Stelle. Lo ha fatto insieme a un’altra militante di lungo corso e consigliera regionale, Francesca Frediani, classe 1973, valsusina e No-Tav, già capogruppo a Palazzo Lascaris dove sedeva anche nella precedente legislatura. I due hanno aderito al gruppo misto.
La Frediani su Facebook ha definito M5S «il partito di chi è disposto a tutto pur di rimanere alla guida del Paese. Il partito che ha abbassato troppe volte la testa pur di non infastidire l’alleato di turno. E intanto in valle la devastazione continua, la repressione aumenta e si accanisce su persone a cui voglio bene. Amici, compagni di viaggio» – nella lotta contro  la Torino-Lione.
Bertola e Frediani lo scorso autunno agli Stati Generali dei “grillini” si erano schierati con la minoranza interna (e da molti data per sciossionista) che fa riferimento all’ex parlamentare romano Alessandro Di Battista.
Con una nota ufficiale, il gruppo pentastellato in Regione ha commentato: «Apprendiamo, con rammarico, della decisione (di Bertola e Frediani, ndr). I cittadini che hanno votato con fiducia il simbolo del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali, potranno contare su di noi. Rimarremo al nostro posto, con coerenza. Il nostro gruppo continuerà a lavorare con massimo impegno per dare voce a tutti i cittadini che, un anno e mezzo fa, hanno scelto di essere rappresentati dal Movimento 5 Stelle. Affronteremo ogni provvedimento con serietà e coerenza. Gli stessi che accompagnano il nostro gruppo fin dal 2010, anno in cui proprio nel nostro Piemonte vennero eletti i primi consiglieri regionali nella storia del M5s».
Ma qualcosa, anche in questo che voleva essere rivoluzionario rispetto agli altri partiti, si è rotto per sempre. 

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