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Il mercato di Alba ? Uno dei più belli di tutto il Piemonte

L’allarme è stato lanciato la scorsa settimana dai commercianti ambulanti della provincia di Cuneo. La Granda – questa la sintesi dell’appello – sta andando incontro ad una desertificazione dei mercati. Le bancarelle sono sempre meno e molti paesi, ma anche città come Saluzzo o Savigliano rischiano di restare senza più un mercato.

Per una volta, tuttavia, l’allarme provinciale non riguarda il nostro territorio di Langhe e Roero. Anzi. I mercati dall’area albese sono indicati come gli unici che nel corso degli ultimi dieci anni non hanno “perso pezzi” se non sono addirittura cresciuti.

L’allarme è stato lanciato la scorsa settimana dai commercianti ambulanti della provincia di Cuneo. La Granda – questa la sintesi dell’appello – sta andando incontro ad una desertificazione dei mercati. Le bancarelle sono sempre meno e molti paesi, ma anche città come Saluzzo o Savigliano rischiano di restare senza più un mercato.

Per una volta, tuttavia, l’allarme provinciale non riguarda il nostro territorio di Langhe e Roero. Anzi. I mercati dall’area albese sono indicati come gli unici che nel corso degli ultimi dieci anni non hanno “perso pezzi” se non sono addirittura cresciuti.

Il mercato più bello del Piemonte

Ma quali sono i motivi di questo successo in netta controtendenza rispetto al resto della provincia? Lo abbiamo chiesto a Emanuela Songia, responsabile della categoria degli ambulanti presso l’ACA. «I motivi sono molteplici, a cominciare dal fatto che nei nostri mercati si è sempre puntato sull’alto livello e sull’assoluta qualità della merce esposta. Questo vale per Alba, ma anche per i mercati del territorio, come quelli di Canale, Corneliano, Cherasco, La Morra, Monforte e molti altri. Indubbiamente, il mercato di Alba resta sempre quello più appetibile per quanto riguarda la vendita delle licenze, anche grazie all’alta affluenza proveniente soprattutto dai paesi dell’Alta Langa. Il numero di bancarelle è dunque rimasto sostanzialmente immutato nel corso degli ultimi dieci anni, addirittura con settori in crescita, come quello dell’agroalimentare». Il nostro distretto si avvantaggia notevolmente anche della presenza turistica. Addirittura, molte guide indicano quello di Alba come il mercato “più bello del Piemonte”. «La presenza dei turisti per noi è fondamentale – puntualizza ancora Emanuela Songia -. Questo è indubbiamente un altro dei punti di forza dei nostri mercati rispetto a quelli di altre zone della provincia, meno fortunate di noi sotto questo aspetto. Infine, c’è da sottolineare ancora un punto importante per quanto riguarda il mercato di Alba. Abbiamo un’Amministrazione comunale che ci ascolta sempre e lavora con noi per far crescere costantemente questo importante momento comunitario. E questo non succede ovunque. Insomma, tanti fattori che, almeno finora, ci hanno consentito di evitare la crisi profonda in cui sono precipitati molte città grandi e piccole di tutto il territorio provinciale intorno a noi».

I giovani? Rifiutano il lavoro di ambulante

Come abbiamo visto, dunque, se Alba e l’albese ridono il resto del territorio purtroppo non può fare altrettanto. Se analizzata a livello nazionale, la situazione del mercato ambulante è ancora più drammatica. Nei circa ottomila mercati d’Italia, l’ultimo decennio ha visto sparire qualcosa come 20.000 licenze e 28.000 addetti. Un altro allarme riguarda poi l’elevata età media dei possessori delle licenze. Insomma, i giovani non vogliono fare questo lavoro e finora è mancato quell’indispensabile cambio generazionale utile a mantenere vivo il settore.

Ma quali sono i motivi di questo successo in netta controtendenza rispetto al resto della provincia? Lo abbiamo chiesto a Emanuela Songia, responsabile della categoria degli ambulanti presso l’ACA. «I motivi sono molteplici, a cominciare dal fatto che nei nostri mercati si è sempre puntato sull’alto livello e sull’assoluta qualità della merce esposta. Questo vale per Alba, ma anche per i mercati del territorio, come quelli di Canale, Corneliano, Cherasco, La Morra, Monforte e molti altri. Indubbiamente, il mercato di Alba resta sempre quello più appetibile per quanto riguarda la vendita delle licenze, anche grazie all’alta affluenza proveniente soprattutto dai paesi dell’Alta Langa. Il numero di bancarelle è dunque rimasto sostanzialmente immutato nel corso degli ultimi dieci anni, addirittura con settori in crescita, come quello dell’agroalimentare». Il nostro distretto si avvantaggia notevolmente anche della presenza turistica. Addirittura, molte guide indicano quello di Alba come il mercato “più bello del Piemonte”. «La presenza dei turisti per noi è fondamentale – puntualizza ancora Emanuela Songia -. Questo è indubbiamente un altro dei punti di forza dei nostri mercati rispetto a quelli di altre zone della provincia, meno fortunate di noi sotto questo aspetto. Infine, c’è da sottolineare ancora un punto importante per quanto riguarda il mercato di Alba. Abbiamo un’Amministrazione comunale che ci ascolta sempre e lavora con noi per far crescere costantemente questo importante momento comunitario. E questo non succede ovunque. Insomma, tanti fattori che, almeno finora, ci hanno consentito di evitare la crisi profonda in cui sono precipitati molte città grandi e piccole di tutto il territorio provinciale intorno a noi». 

I giovani? Rifiutano

il lavoro di ambulante

Come abbiamo visto, dunque, se Alba e l’albese ridono il resto del territorio purtroppo non può fare altrettanto. Se analizzata a livello nazionale, la situazione del mercato ambulante è ancora più drammatica. Nei circa ottomila mercati d’Italia, l’ultimo decennio ha visto sparire qualcosa come 20.000 licenze e 28.000 addetti. Un altro allarme riguarda poi l’elevata età media dei possessori delle licenze. Insomma, i giovani non vogliono fare questo lavoro e finora è mancato quell’indispensabile cambio generazionale utile a mantenere vivo il settore.

Redazione Corriere

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