Il legame tra Montà e il tartufo racchiuso in una mostra fotografica

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MONTA’ – Sabato 26 Ottobre 2019, in concomitanza con il 5° Festival Internazionale della Canzone al Tartufo a Montà aprirà i battenti la mostra:  Montà e il Tartufo Bianco d’Alba: una “questione privata”. Un’ esposizione di 20 pannelli fotografico-documentali che attestano il legame storico tra il paese di sommità roerino con il mondo dei trifolao, della ricerca e del commercio dei tartufi. Realizzata dal Comune di Montà in collaborazione con l’ Ecomuseo delle Rocche del Roero.

La mostra sarà visitabile, nei locali di p.zetta della vecchia segheria 1, dal 26 Ottobre al 10 Novembre 2019 negli orari di apertura dell’Ecomuseo, e cioè dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30, il mercoledì e il giovedì anche al pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.
La domenica dalle 10 alle 12.

Il percorso per immagini, ideato e sviluppato da Silvano Valsania, intende documentare il secolare, profondo rapporto che lega Montà al tartufo bianco d’Alba. Un rapporto attestato dai tanti trifolao che da sempre, da settembre agli inizi di gennaio, dal concentrico scendono col loro cane alla cerca nelle rocche, ma soprattutto da un sapere diffuso, sedimentato, che costituisce tanta parte del patrimonio culturale immateriale della comunità di Montà.
Il percorso intende fornire un sintetico quadro di questo universo. A partire dalle figure mitiche che segnano ancora oggi l’immaginario popolare montatese, ovvero i più importanti e riconosciuti trifolao della seconda metà del ‘900. Per proseguire alle famiglie con cercatori da almeno tre generazioni sino alle più svariate e curiose attestazioni documentali: i riferimenti di primo Ottocento dello storico Goffredo Casalis nel suo Dizionario sulle caratteristiche più significative dei borghi dello Stato Sabaudo, le poesie del poeta locale Carlo Cocito, gli studi effettuati nelle Rocche dal CNR, le iniziative di promozione promosse negli anni ’80: dalla partecipazione alla trasmissione cult della RAI, Portobello, alle manifestazioni locali, ai tanti premi puntualmente vinti alla Fiera di Alba. Un racconto onesto e a tutto tondo, che non rifugge l’accenno agli screzi e ai rancori tra trifolao in merito a posti e percorsi della cerca come ai deterrenti, anche drastici, utilizzati dai proprietari dei boschi per impedirla. Segnali inconfutabili di come il tartufo affondi nelle dinamiche più profonde della vita di questo paese. Quasi una “questione privata”. In fondo nulla di cui meravigliarsi per una comunità dove i riferimenti al tartufo compaiono addirittura sugli epitaffi!

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