Il gusto tipico tricolore in tavola traino delle vacanze estive 2021

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Godere dell’enogastronomia nostrana è uno dei motivi principali che attira turisti nelle varie regioni italiane

Il cibo nell’estate 2021 si appresta a diventare la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia: circa un terzo della spesa prevista da chi potrà permettersele, infatti, è destinato a consumarsi per pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per souvenir o specialità enogastronomiche. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti.

Un prossimo vacanziere su tre (33,3%) dichiara di aver scelto di fare ferie a “chilometri zero” restando all’interno della propria regione di residenza ma ben il 92,2% ha comunque deciso che andrà oltre, meta il mare, la montagna, il verde di colline e laghi. All’insegna del contenimento dei costi anche la scelta dell’alloggio con ben il 32,4% dei sondati che dichiara di andare in case di proprietà, con un 3,1% che sceglie il campeggio e il 3,3% l’ostello. Con la riapertura totale della ristorazione, scontato un lungo periodo di lockdown, si prepara soprattutto un ritorno estivo in grande stile per le tavolate a pranzo e cena di italiani e stranieri.

Con il green pass Ue possono infatti approdare in Italia i 28 milioni di turisti europei che prima della pandemia erano soliti visitarla durante l’estate, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia in riferimento alla firma finale delle istituzioni Ue sul regolamento istitutivo di questa sorta di garanzia anti-contagio. Essa dovrebbe entrare in vigore dal primo luglio. Uno scenario che fa prevedere una spesa per mangiare da 30 miliardi di euro.

E il cibo finisce per rappresentare per molti una delle principali motivazioni del viaggio in una realtà frastagliata come l’Italia, l’unico Paese al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Un cambiamento importante dopo che la spesa in viaggio per pranzi e cene lo scorso anno, per la pandemia Covid, è crollata del 58%. Il minimo da almeno un decennio e gli effetti – conclude la Coldiretti – si sono fatti sentire sull’intera filiera agroalimentare. In essa sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole impegnate a garantire quotidianamente le forniture per un totale di almeno 3,6 milioni di posti di lavoro.

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