Il Commissario Figliuolo inaugura ad Alba il centro vaccinale alla Fondazione Ferrero (Photogallery)

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ALBA – La Fondazione Ferrero inaugura un centro vaccinale gestito da privati ed incassa la visita del Commissario Straordinario all’Emergenza per il Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo. Con un piccolo ritardo rispetto al protocollo (il generale, nel tragitto tra Torino ed Alba, si è fermato a visitare l’altro centro vaccinale in funzione presso la Banca d’Alba a Borbore di Vezza d’Alba), Figliuolo ha dapprima compiuto un tour della Fondazione, andando alla scoperta dell’organizzazione messa in atto dai responsabili del centro, prima di mettersi al microfono e rivolgere qualche parola ai giornalisti presenti. Con lui la padrona di casa, la signora Maria Franca Ferrero, il governatore piemontese Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, il sindaco di Alba, Carlo Bo e il capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Fabrizio Curcio.
Il primo pensiero del Generale è andato alla Ferrero e alla nostra città, ripensando al novembre del 1994:
«Venendo qui non posso non pensare a cosa accadde tra il 5 e il 6 novembre 1994. Dopo incessanti giorni di pioggia battente il Po e il Tanaro esondarono , causando in Piemonte 70 vittime e migliaia di sfollati. Ad Alba le vittime furono 9 e in questo sito produttivo, invaso dal fango sembrava tutto perso.

Poi la Protezione civile, i volontari albesi, i dipendenti e i miei artiglieri da montagna del corpo degli Alpini hanno lavorato intensamente e alla fine ce l’abbiamo fatta. Vedete che cos’è oggi Ferrero, questo sito, e che cosa si sta facendo oggi qui, interpretando a pieno quello che è il piano vaccinale. C’è un’unione, una perfetta unità di intenti tra pubblico, privato, impresa. Il motto della Ferrero, “lavorare creare donare” oggi deve essere il motto dell’Italia”».

Poi ha svolto lo sguardo verso il nostro Paese ribadendo: «Noi ce la facciamo. Le critiche ben vengano, perché possiamo fare sempre di più e meglio, ma quello che sto vedendo qui in Piemonte rappresenta appieno quella che è stata la mia idea appena nominato commissario. Noi abbiamo in Italia, da soli, le capacità per farcela. Il mio grazie – ha proseguito – va a chi è in prima linea: infermieri, medici, operatori sociosanitari. A chi fa la parte organizzativa: amministrativi, chi sta dietro ai sistemi informatici. In queste settimane abbiamo messo a punto la macchina.

Sapevo bene che non avevamo dosi a sufficienza per arrivare a certi numeri, avevo i contratti in mano, ma vi posso dire che il pensiero costante del Presidente del Consiglio, e poi nel più piccolo il mio, il nostro, è stato sempre quello di fare pressioni ovunque possibile per fare arrivare le dosi, ma nel frattempo bisognava mettere a punto la macchina, con il motore a posto. Abbiamo fatto degli “stress test, lo abbiamo fatto in tutte le regioni, e adesso che le dosi stanno arrivando sono sicuro che noi porteremo a casa gli obiettivi».

Come andrà la campagna vaccinale?
«In questo momento stiamo vaccinando gli over 80 e i fragili. In parallelo stiamo facendo gli over 70. Non appena avremo questi ultimi messi al sicuro, faremo una revisione di tutto e, con le dosi in arrivo, riusciremo ad aprire poi il Paese. Se tutto questo si concretizzerà sarà anche grazie anche a centri come questi, che adesso stanno vaccinando chi ha dato e si sta godendo la meritata pensione. Ma subito dopo dobbiamo vaccinare chi lavora qui, come nelle fabbriche, nei siti produttivi, nella grande distribuzione, come gli operatori del settore turistico alberghiero. Perché l’Italia è fragile, ma è anche la più bella nazione del mondo. E quindi dobbiamo ripartire e intercettare la ripresa economica in atto e tirarci fuori in piena salute da questa pandemia».
L’ultima parola spetta agli alpini.
«Per me questo è un ritorno in un territorio di penne nere. Qui ci sono tante persone che sono state arruolate nella Taurinense ed in altre brigate. A loro va il mio pensiero».

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