Il clima pazzo colpisce la spesa: record di inflazione sugli alimenti

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La siccità e il clima impazzito che inevitabilmente ridurranno la quantità e la qualità dei raccolti quest’anno, spinge l’inflazione nel carrello della spesa degli italiani. Si registrano aumenti che vanno dal +10,8% per la frutta al +11,8% della verdura, in una situazione resa già difficile dai rincari di materie prime legati alla guerra in Ucraina. Rincari che colpiscono prima i produttori agricoli e poi le tavole dei consumatori. E’ quanto e­merge da un’analisi condotta dalla Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione nello scorso giugno. Un quadro molto preoccupante e che non si vedeva da circa 35 anni, siccome i listini evidenziano un aumento complessivo del­l’8,8% dei beni alimentari rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tale nuovo ampio balzo dei prez­zi aggrava una situazione che, secondo una stima Coldiretti, costerà nel 2022 alle famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro complessivi. Questo soltanto per la spesa alimentare, una stangata che colpisce soprattutto le categorie più deboli. Le bollette dell’energia devastano trasversalmente: dalle imprese alla più ampia platea dei consumatori. Qui è intervenuto il Governo stanziando altri 3 miliardi di euro per fermare la corsa al rialzo del costo di luce e gas per il terzo trimestre 2022: luglio, agosto e settembre. Mentre migliaia di italiani, irresponsabilmente continuano a spendere e sprecare risorse che sono del pianeta installando condizionatori per stare al fresco, l’autunno sarà duro. Le conseguenze Se i prezzi al supermercato per le famiglie corrono, l’impennata dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare. Si comincia dalle campagne dove più di una azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, e circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in condizione di reddito negativo. Si tratta di stime del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura). Chi coltiva, del resto, subisce variazioni di spesa che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio.

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