I Vescovi del Piemonte invitano alla donazione di organi

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AIDO In occasione della Giornata Nazionale “AIDO 2021” -Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule-, fissata per il 25/26 Settembre, tutte le Associazioni di promozione della salute e tutela della vita, unite agli Uffici Diocesani di pastorale della salute e alle Parrocchie delle diverse diocesi della nostra regione conciliare, sono chiamati ad un appello corale:

L’importanza del dono di sé, una manifestazione di generosa solidarietà e responsabilità.

In questa prospettiva, si comprende come il bene per il prossimo realizzi davvero il bene del sé.

Proprio l’anno prima dell’inizio dell’angusta Pandemia da Covid 19, nell’aprile 2019, la realtà associativa AIDO ebbe l’onore di una udienza con Sua Santità, Papa Francesco, nella Sala Clementina del Vaticano. Il Santo Padre non mancò di sottolineare l’importanza sociale della cultura del dono, contrapposta a quella dello scarto tanto diffusa nel nostro tempo.

Come Delegazione AIDO Piemonte, al Santo Padre, fu fatto il dono di una simpatica caricatura, nella quale egli veniva ritratto nell’atto di invitare i fedeli a donare gli organi, ma non quelli solitamente usati in chiesa per accompagnare le liturgie….

Il Papa, sorridendo, si soffermò ad osservare attentamente questa immagine che, con sana ed ironica leggerezza, impone senza dubbio una profonda riflessione di senso.

Non perdiamo pertanto l’occasione di questa ricorrenza per sensibilizzare,

attraverso una corretta informazione, tutti i fedeli delle nostre Diocesi,

ribadendo con forza il nostro proposito, quello cioè di restituire speranza di vita attraverso il dono:

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente donate…(Mt 10,8)”.

La fede cristiana ci spinge a vivere questa realtà, come un’offerta al Signore, a sostegno di quanti soffrono a causa della malattia, di incidenti stradali o di infortuni sul lavoro.

Proprio così, una umana esistenza può proseguire il suo cammino terreno grazie a qualcuno che, con lungimiranza, riesce a proiettarsi oltre la propria immanenza, per un bene grande, che nulla si aspetta in cambio dall’altro.

Si tratta dunque di esercitare un’auspicabile virtù di fraternità universale, esprimendo il valore della condivisione, della donazione, a tante persone bisognose che non hanno altra alternativa, restituendo loro ciò che, magari da molto tempo, hanno perduto: serenità, fiducia, salute e vita!

Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica insegna come «La donazione di organi dopo la morte sia un atto nobile e meritorio ed è da incoraggiare … » (n. 2296).

 Anche san Giovanni Paolo II, nella Lettera Enciclica “Evangelium vitae”, fra i tanti insegnamenti, ci ricordava come tra i gesti che concorrono ad alimentare un’autentica cultura della vita «merita un particolare apprezzamento la donazione di organi, compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza» (n. 86).

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