I sindaci dell’Acquese sui progetti per l’Acna

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L’ingresso al sito dell’ex Acna di Cengio

CENGIO – Il sito ex Acna resta sempre nell’occhio del ciclone, vuoi per la bonifica (per alcuni ultimata, per altra incompleta, per altri troppo approssimativa) vuoi per i possibili riutilizzi (struttura penitenziaria, impianto biodigestore), vuoi per endemici “conflitti tra il versante Ligure e quello piemontese. In questi ultimi giorni ad alzare la voce sulla questione del ex sito chimico e chiedere un incontro con il governo sono i sindaci della zona dell’acquese e dell’alessandrino insieme alle associazioni ambientaliste del territorio. «È necessario riprendere il discorso con il governo – spiega Paolo Mighetti, vicesindaco di Acqui Terme – per questo intendiamo incontrare il ministro dell’Ambiente.

Di fatto, l’Acna è ancora una discarica di rifiuti che rischia di avere ancora conseguenze ambientali. Lo Stato italiano ha già subito una procedura di infrazione dall’Unione europea per violazione delle norme sulla discariche grazie alle segnalazioni arrivate dalla Val Bormida. Lo scorso anno c’è stato il via libera alla Valutazione di impatto ambientale (Via) su quanto fatto finora ma le prescrizioni previste sono troppo blande». In sostanza, il territorio vuole far sentire ancora la propria voce poiché a Cengio sono ancora stoccate «enormi quantità di rifiuti, non tutti in sicurezza, e il rischio per la Val Bormida rimane». Inoltre tra i tanti punti in sospeso resta ancora da definire l’esito della causa legale tra lo Stato e la Eni Rewind sui 218 milioni di euro attesi dai Comuni della Val Bormida. È in corso una transazione sulla cifra con tempi tutt’altro che brevi, essendo stata avviata lo scorso anno.

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