I musei di Alba e Bra “scoppiano”, servono nuovi spazi

Oggi la legge prevede che i reperti restino nei musei del territorio in cui sono trovati L’Eusebio di Alba e il Traversa di Bra hanno ormai i magazzini pieni: dove metterli?

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ALBA – Fino a pochi anni fa, tutti i reperti archeologici che emergevano dagli scavi piemontesi confluivano al Museo Archeologico di Torino, sede della Soprintendenza regionale. Spettava proprio a questo ente la decisione se conservarli nelle sale del Museo del capoluogo – come avveniva di norma per i reperti più importanti – o decidere a quale museo della regione assegnarli. Non a caso, alcuni dei più importanti oggetti venuti alla luce negli ultimi decenni nell’albese e nel braidese si trovano nelle sale del Museo archeologico di Torino.

 

Oggi, per fortuna, non è più così. Tutte le testimonianze archeologiche di un territorio, salvo diversi accordi, devono essere custodite ed esposte nei Musei di quello stesso territorio. Questo è sicuramente positivo, soprattutto nel caso di una zona come la nostra, ricchissima di vestigia storiche, che non rischia più di vedersi “sottratti” i reperti più preziosi. Dall’altro lato, tuttavia, crea anche una serie di problemi, legati proprio al gran numero dei ritrovamenti. Sale, magazzini e scantinati dei Musei archeologici Eusebio di Alba e Traversa di Bra ormai “scoppiano” letteralmente. Il problema è adesso quello di trovare posto per una collezione destinata a diventare, con il passare degli anni, sempre più grande e preziosa. Come risolvere il problema? «Ovviamente i reperti più importanti sono visibili al pubblico – ci spiega la direttrice del Museo Eusebio, Luisa Albanese -, tutto il resto viene invece stipato nei depositi, ma anche qui gli spazi sono omai praticamente esauriti. La soluzione migliore sarebbe quella di poter disporre di nuove sale. Tuttavia, non ci facciamo troppe illusioni. In passato questo problema era già stato affrontato con il Comune, senza tuttavia riuscire a trovare una soluzione. Intanto cerchiamo di ovviare al problema attraverso diverse soluzioni: la rotazione delle opere in mostra, l’organizzazione di mostre temporanee e le visita guidata ai depositi sotterranei».

Non è troppo diversa la situazione al Museo Traversa di Bra, come spiega la direttrice Giovanna Cravero: «Il problema degli spazi è critico anche per noi. Fino a qualche anno fa gli appassionati di archeologia del nostro territorio lamentavano il fatto che Torino si impossessasse dei reperti più preziosi: “Troviamo le cose qui e ce le portano via!”. Ora che la legge è cambiata ogni oggetto rinvenuto nelle nostre aree di scavo più importanti, come a Pollenzo, viene conservato. Il problema è che ormai non sappiamo più dove mettere i tesori che via via arricchiscono le nostre collezioni. Bisogna poi dire che sono pochi i reperti che trovano posto nelle sale, perché dal momento del ritrovamento occorre pianificare un lungo lavoro di studio e restauro prima dell’esposizione. Ma questi sono passaggi costosi, che richiedono la costante ricerca di fondi. Nell’attesa bisogna trovar posto negli scantinati».

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