I “costruttori di domani” festeggiano il Natale con un evento di grande successo

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 Mercoledì 22 dicembre è stata una giornata speciale per la Scuola Edile di Cuneo, che ha festeggiato il Natale attraverso un evento di grande successo dedicato ai propri studenti, “i costruttori di futuro”, usciti da questo appuntamento con un bagaglio di messaggi e consigli preziosi da custodire gelosamente. L’iniziativa si è svolta a Savigliano, in una delle quattro sedi della Scuola (insieme a Cuneo, Boves e Alba), quella che ospita i corsi gratuiti rivolti ai giovani tra i 14 e i 18 anni che vogliono intraprendere la strada dell’edilizia. Proprio loro sono stati i grandi protagonisti dell’evento: hanno accolto i tanti rappresentanti delle istituzioni presenti, li hanno accompagnati in un giro nelle aule e nei laboratori della sede saviglianese, spiegando come si svolgono le attività didattiche, ed infine hanno ascoltato con emozione le storie di successo di tre personaggi che sono riusciti ad affermarsi superando tante difficoltà: l’atleta Anna Arnaudo, il pilota Nicola Dutto e il colonnello Giuseppe Sgueglia. Presente anche la direttrice di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio. A fare gli onori di casa Elena Lovera, la presidente della Scuola Edile di Cuneo, che ha introdotto la mattinata: «La nostra Scuola è sinonimo di formazione e sicurezza, sia per giovani operatori che per le aziende. Troppo spesso sentiamo parlare di tragedie che riguardano il nostro settore, noi vogliamo dare il nostro contributo come ente formativo per creare una cultura della sicurezza che possa far sì che certi episodi non si ripetano. Far capire ai nostri ragazzi quanto siano importanti la grinta e la tenacia per affermarsi, è un messaggio importantissimo». Dopo il videomessaggio inviato dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ed il collegamento con il direttore di Formedil Giuseppe Moretti, hanno portato i loro saluti i sindaci di Savigliano Giulio Ambroggio, di Boves (che ospita una delle sedi) Maurizio Paoletti e di Saluzzo Mauro Calderoni. Il Cda della Scuola Edile, presente al completo, è stato rappresentato dall’intervento di Salvatore Correnti (Feneal Uil), che ha ribadito come prima del lavoro, venga la sicurezza. Quindi la parola è passata a Laura Blua, direttrice della Scuola Edile da alcuni mesi, che si è rivolta agli studenti: «Questa festa è per voi, che avete passato due anni difficili a causa del Covid e vi meritate qualcosa di più dei semplici auguri di Natale». Poi, introducendo gli ospiti, ha aggiunto: «Le loro storie ci insegnano che si può cadere, il fallimento fa parte delle nostre vite, l’importante è ripartire e non arrendersi mai».

Anna Arnaudo è stata la prima a prendere la parola: l’atleta mezzofondista di 21 anni di Borgo San Dalmazzo, fresca della storica medaglia d’oro a squadre ai Campionati Europei di Cross di Dublino nella categoria under 23 e reduce da un 2021 pieno di soddisfazioni, ha raccontato come riesca a conciliare l’attività agonistica con il diabete: «Ho scoperto di avercelo a 18 anni. Subito è stata dura, ma quando mi hanno detto che avrei potuto continuare a correre, ho capito che la mia vita poteva andare avanti. Subito dopo sono arrivate le prime convocazioni in Nazionale e i primi risultati importanti: in un certo senso, posso dire che grazie al diabete ho imparato ad apprezzare di più la mia vita e a prendermi maggiormente cura del mio corpo. Certo, devo gestire la malattia e rispettare una dieta ferrea, non è facile. Ci vuole testa e molta fatica. Studiando anche al Politecnico di Torino, sono sempre stanca, ci sono tante giornate no, in cui non è semplice alzarsi la mattina. Come reagisco? Guardo dritto, mi concentro sull’obiettivo senza lamentarmi, perché non serve a nulla».

Particolarmente toccante la storia di Nicola Dutto, pilota di moto che nel 2010 ha subito un grave incidente che lo ha privato dell’uso degli arti inferiori: «Ho sbattuto la testa, ho perso conoscenza e quando mi sono risvegliato, le gambe non rispondevano. Se ho avuto paura? Certo. Non mi vergogno nel dire che ho pianto tanto mentre ero in ospedale. La riabilitazione è stata sofferenza, ma la moto mi ha insegnato che gli ostacoli li superi prima con la testa. Ho iniziato ponendomi dei piccoli obiettivi per affrontare la vita di tutti i giorni. Volevo ritornare in moto, ma ovviamente non era una cosa scontata: la prima volta che ci sono salito di nuovo, mi sono dato dello scemo, ma dopo pochi minuti era come se non fossi mai sceso. Da lì ho pensato di tornare alle gare e ho ripreso a correre insieme ai normodotati, partecipando alla Baja Aragon in Spagna e poi alla Dakar e all’Africa Eco Race. Non mi piace piangermi addosso e pretendere attenzioni particolari: credo che anche se sei su una sedia a rotelle, devi rimboccarti le maniche e dimostrare il tuo valore».

Il colonnello Giuseppe Sgueglia, comandante del 2° Reggimento Alpini di Cuneo, ha ricordato ai giovani l’importanza dello studio («Se mi chiedete come si fa ad arrivare a comandare un reggimento a 45 anni, vi dico tre parole: “Studiare, studiare, studiare”»), ha detto di apprezzare molto il lavoro manuale, «perché ti rende libero» e ha dato loro un consiglio prezioso per affermarsi nella vita: «In una certa cultura dominante, il fallimento viene visto come l’antitesi del successo, ma in realtà ne è una parte fondamentale. Ricordatevi che non perde mai solo chi non si mette in gioco, per questo il fallimento serve per arrivare al successo. Bisogna saper accettare il fallimento, avendo la forza di andare sempre avanti, mettendosi continuamente in discussione. Come la paura, che è un’altra componente del successo, perché se non hai paura, spesso sottovaluti alcuni particolari che possono essere decisivi. Il nostro ruolo è difendervi da tutto, anche quando voi non ci vedete: se ci riusciamo, è perché accettiamo il fallimento e la paura».

 

 

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