Hub provinciale di Cuneo, l’eccellenza ospedaliera della Granda è a rischio

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Riceviamo e pubblichiamo

Il 3 aprile eravamo in sit-in davanti all’ospedale di Cuneo, allarmati per le doppie dimissioni, sia del direttore generale che del direttore sanitario, a pochi giorni l’una dall’altra.

 

Dopo una decina giorni, l’allarme diventa incredulità. La giunta Cirio, lungi dall’aver chiarito l’episodio, non ha comunicato un percorso lineare ed ha cambiato idea due volte: prima un commissario che arriva dal privato, poi l’affidamento del tanto decantato piano regionale sull’edilizia ospedaliera alla neonata Azienda Zero.

Il governo regionale è in evidente stato confusionale. Hanno cambiato le modalità di finanziamento sull’Ospedale più importante della provincia di Cuneo almeno 5 volte in 4 anni: prima fondi regionali, poi fondi Inail, poi PPP gestito da Aso, quindi commissario straordinario ed ora Azienda Zero.

Eppure le risorse per Cuneo nel bilancio regionale c’erano ed erano più che sufficienti, ma evidentemente sono state dirottate su altri interventi. Mancano invece e continuano a mancare atti programmatori incontrovertibili e le relative coperture finanziarie.

Troppe leggerezze, a partire dalla definizione dei posti-letto e dal conseguente dimensionamento dell’Ospedale, di competenza della Regione ed invece affidato ad un privato con una procedura che è eufemistico definire “inusuale”. Per proseguire con l’elaborazione da parte di un gruppo imprenditoriale della proposta di realizzazione dell’ospedale prima ancora che fosse reso pubblico il risultato del dimensionamento stesso.

E poi ancora la scelta da parte della Regione (dichiarata pubblicamente nel corso della fantasiosa “conferenza di intenti” del 15 febbraio 2023) del finanziamento dell’opera mediante la procedura di Partenariato Pubblico Privato (PPP), cui non sono seguiti i necessari provvedimenti deliberativi.

Come pure continuano a mancare le deliberazioni della Giunta in ordine al finanziamento della parte pubblica del PPP (annunciati, sempre nell’ambito della “conferenza di intenti”, in 140 milioni di euro).

Infine non si sa come l’ASO possa garantire la copertura del canone di oltre 50 milioni di euro e di durata venticinquennale da versare al gruppo privato che provvederebbe alla costruzione e gestione del nuovo ospedale.

Ancora più incerta la situazione del nuovo Ospedale di pianura che dovrebbe coprire l’area del Fossanese, Saviglianese e Saluzzese.

In questo marasma esplodono le liste di attesa: i tempi superano i 6 mesi e costringono i piemontesi a rivolgersi sempre di più alla sanità privata, pagando per accorciare l’attesa di prestazioni che dovrebbero essere garantite.

Per tutto questo e per rivendicare il diritto universale alla salute abbiamo lanciato e prosegue la nostra raccolta firme 👉https://www.stoplisteattesa.it/

 

Segreteria provinciale PD

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