Punta sul riconoscimento di una non completa capacità d’intendere e volere all’atto del fatto, la difesa di Mario Roggero. Il 68enne titolare della gioielleria di Grinzane Cavour ieri si è presentato in Tribunale ad Asti per l’inizio del processo in cui è imputato di duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo di arma: la pistola con cui in via Garibaldi il 21 aprile 2021 fece fuoco su tre banditi.
L’unico sopravvissuto, Alessandro Modica, 35 anni, albese, era anche lui in aula. E’ una delle 14 parti civili e sta scontando 4 anni e 10 mesi per quell’assalto finito in tragedia. Alla Corte d’Assise presieduta da Alberto Giannone giudicare chi ha sempre detto di non aver avuto scelta di fronte a moglie e figlie minacciate e colpite in negozio. Una scena che gli avrebbe riportato alla mente quella del 2015, quando lui stesso, una parente legata, fu brutalmente pestato da altri malviventi. Per questo lo studio Bolognesi a cui s’è affidata la famiglia Roggero, chiamerà a testimoniare dal prossimo 21 dicembre gli psichiatri esercitatisi ad analizzare l’imputato. Con quelli della controparte il Pm Davide Greco ha ottenuto di portare i testi di un altro precedente, imbarazzante per il gioielliere: nel 2005 s’introdusse armato in casa dell’ex fidanzato di una figlia, minacciò lui e i genitori, fu denunciato e patteggiò 2 mesi poi convertiti in multa.
Roggero solo per i due omicidi rischia fino a 30 anni. Inutile è stato il tentativo d’addivenire a un risarcimento riparatore: i 300mila euro proposti a ferito ed eredi degli scomparsi sono stati accolti solo come acconto. Ora, per ridurre la pena, gli avvocati puntano a un’infermità parziale, causa di un eccesso di legittima difesa