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Grinzane Cavour: al processo a Roggero il filmato di come ha sparato ai banditi

GRINZANE CAVOUR – Ferito e steso supino sul marciapiedi, chi già gli aveva sparato lo raggiunge e gli sferra due calci verso la testa; lui si rialza, prova a lottare e scappa ancora: morirà dissanguato pochi metri oltre, in mezzo alla via. Sono gli istanti finali del video mostrato oggi in aula in Tribunale ad Asti al processo a Mario Roggero, 68 anni, il gioielliere di Grinzane Cavour che il 28 aprile 2021 reagì a una rapina uccidendo due banditi e ferendone un terzo. Con lui e il suo avvocato c’erano le parti civili, i parenti degli scomparsi.

Il video, montato dal consulente tecnico Giuseppe Dezzani con le riprese di vari terminali, all’interno e all’esterno del negozio di via Garibaldi, ha catalizzato l’attenzione di questa udienza in cui è iniziata la sfilata a deporre dei testimoni dell’accusa. Questa per l’imputato è di duplice omicidio volontario, tentato omicidio, detenzione e porto d’arma non autorizzati.
Si vede una Ford Fiesta di colore bianco parcheggiare a pettine in una traversa di via Garibaldi, di fianco alla gioielleria e presso il suo ingresso laterale. Scende un uomo che fingendosi normale cliente sarà il primo a entrare nel negozio. Qui dietro il bancone ci sono la moglie e una figlia del titolare. Poco dopo suona e si fa aprire il secondo uomo e a questo punto i falsi clienti si palesano. Uno estrae un taglierino e minaccia la donna, l’altro una pistola che solo a dramma concluso si rivelerà finta, un giocattolo privo del tappo rosso di riconoscimento. I malviventi legano i polsi delle donne con fascette di plastica. Si vede la più giovane che più volte con il piede sotto il bancone, preme il pulsante di allarme: anche questo si rivelerà soltanto in seguito non aver funzionato. Intanto, gli uomini si erano spostati sul retro dov’era Roggero. La videosorveglianza riprende anche lui avvicinarsi alla cassa: forse gli era stato intimato dagli assalitori di aprirla, ma sotto il cassetto del denaro il commerciante ne aprirà un altro in cui custodiva un revolver. La scena si sposta di nuovo fuori: dalla Fiesta arriva “il palo”, l’ultimo componente della banda. Ha una sorta di borsone ed evidentemente gli è stato comunicato di venire a prendere il bottino, gioielli e preziosi per circa 70mila euro di valore. Il terzetto a questo punto fugge ma fa appena in tempo a risalire in macchina che arriva di corsa Roggero: saranno 5 in totale i colpi esplosi, tutti quelli che l’arma aveva nel tamburo. Il primo indirizzato al posto del guidatore viene deviato forse dallo specchietto retrovisore. Poi Roggero si sposta sull’altro lato anteriore da dove fugge Giuseppe Mazzarino, torinese 58enne, che fatto bersaglio è centrato e stramazza al suolo sull’asfalto quasi dietro la vettura lasciata con la marcia inserita. Scappa dall’altra parte nella traversa Alessandro Modica, albese 35enne: un proiettile lo ha raggiunto a una gamba ma sarà l’unico che riuscirà a salvarsi, lo arresteranno dopo diverse ore in ospedale a Savigliano. Roggero insegue sulla strada principale del paese il braidese Andrea Spinelli, 44 anni: pure lui viene raggiunto da un proiettile e la sua fine sarà quella descritta all’inizio di questo articolo.
Oltre al filmato, la Corte d’Assise presieduta dal giudice Alberto Giannone ha fatto ascoltare le due telefonate con cui, rientrato in negozio e a distanza di pochi secondi l’una dall’altra, il gioielliere chiamò lui stesso il 112. La voce molto agitata, parole a tratti sconnesse e l’esortazione: «Venite, vi sto aspettando, ci sono due morti, uno è scappato».
Tra i testimoni uno dei militari intervenuti a seguito di questo allarme a Grinzane, ha riferito che sempre dalla videosorveglianza si vedrebbe Roggero, durante l’attesa del sopraggiungere delle Forze dell’ordine, recarsi ancora alla macchina dei banditi. Al suo interno avrebbe ripreso la borsa con il maltolto per riportarla in negozio. Passato forse un minuto ci avrebbe ripensato, tornando sui suoi passi avrebbe riposto il contenitore sul sedile.

Redazione Corriere

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