Ultima edizione, a Canale e nella Sinistra Tanaro, per il Gran Premio di ciclismo del Roero? Può essere: almeno è questa la sensazione che si legge negli occhi e tra le parole dei “patrones” Piero Sacchetto e Bruno Barbero, da 15 anni impegnati a far crescere questo evento sportivo giustamente chiamato anche “La primavera dei campioni”. Sotto l’egida dell’Asd Gran Roero la gara ha interpretato al meglio la vocazione delle strade roerine per il ciclismo lanciando ciclisti juniores che poi sono approdati al professionismo e a traguardi olimpici e iridati. Quello che potrebbe essere l’ultimo capitolo di un’epopea si è consumato l’altra domenica con la vittoria del valtellinese Alessio Martinelli, primo in volata al traguardo sotto la torre civica al termine di una manifestazione perfettamente organizzata. La capacità logistica e umana dello staff del Gran Premio è riconosciuta da attestati di stima importanti come quella del campione kazako Aleksandr Vinokurov, presente a Canale con il suo team monegasco per fare correre i due figli gemelli. Provata e rinomata ben oltre i suoi confini è l’attitudine del Roero a ospitare questi eventi. Perché, allora, dirsi “arrivederci”? Forse, per via dei limiti di una terra che spesso sottovaluta quanto di prezioso ci vive all’interno: con livelli di interesse da parte di popolazione e sponsor – ma non dei Comuni: almeno, non sempre – che sarebbero stati utili in molti casi, per una competizione già premiata come evento-top anche dalla Gazzetta dello Sport. Che, dal Giro d’Italia in su, come si dice “sa distinguere l’erba che fa il grano”.
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