Frode fiscale e autoriciclaggio, nei guai società di Asti

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(Immagine di archivio)

Attraverso l’home banking, l’applicazione di gestione da casa del proprio conto corrente, facevano partire importanti bonifici verso la Cina a fronte di fatture per operazioni inesistenti. Somme che venivano successivamente restituite in contanti, in Italia.

 

In un’operazione alle prime luci del giorno, la Guardia di finanza di Torino, coordinata dalla Procura di Asti, ha arrestato due persone accusate di autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento dell’IVA. Sequestrati a cinque indagati 25 milioni di euro, ossia i presunti profitti illeciti dei reati tributari a loro contestati.

Al centro del sistema una società di Asti operante nel settore della produzione di software. E’ in questi uffici che sono state ricevute ed emesse le fatture su cui le Fiamme Gialle, nell’indagine scattata nel 2021, hanno acceso i riflettori.

Coinvolto nell’operazione, denominata “Cash Box”, anche un intermediario di nazionalità cinese a cui veniva corrisposto l’1% degli importi da trasformare in denare contante.

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