Fossano: addio ad Aldo Balocco, fondatore dell’omonima industria dolciaria e ideatore del “Mandorlato”

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E' morto la scorsa notte a Milano Aldo Balocco, presidente onorario dell'omonima azienda dolciaria di Fossano. Aveva compiuto 91 anni, la maggior parte dei quali dedicati all'azienda che con ha contribuito a far diventare il colosso che oggi tutti conoscono. Fu lui, figlio di un pasticciere, a insistere sulla pasticceria secca e a iniziare la produzione di dolci da vendere all'ingrosso.
Dal primo stabilimento, distribuito su quattro piani con appena 30 addetti, partì la rivoluzione dei Balocco. Le latte piene di dolci, le “tole” in piemontese, destinate ai grossisti di tutta Italia, erano l'immagine più eloquente del cambiamento che stava avvenendo. Sono gli anni del boom economico, e nella fabbrica di via San Bernardo, l'embrione della futura Balocco, vengono installati i primi forni a carrello estraibile per cuocere i panettoni. Per spingerli commercialmente oltre i confini di Fossano e della provincia, occorreva superare l'ostacolo della loro conservazione.Nel 1955 Aldo Balocco decide di assumere un giovane lombardo, sfollato a Cuneo negli anni bui della guerra, che aveva lavorato a Milano alla Motta e all'Alemagna, all'epoca due colossi del settore: Ermanno Crespi, originario di Abbiategrasso (Mi), introduce la tecnologia della "lievitazione naturale”. I due immaginano e progettano un panettone del tutto nuovo: alto come quello milanese ma glassato come quello basso piemontese. In più ricoperto di mandorle tostate e granella di zucchero. Un mix di Lombardia e Piemonte che sedurrà i palati di tutta Italia. Aldo ne azzecca subito anche il nome: nasce il Mandorlato Balocco, un panettone che diventerà ambasciatore in tutto il mondo dell'azienda di Fossano. Balocco, cavaliere del lavoro, in occasione dell’attribuzione di questa onorificenza dall’allora presidente della Repubblica Napolitano, aveva detto: «Il tesoro più prezioso che abbiamo è la nostra reputazione; il denaro va e viene, ogni giorno ne stampano di nuovo ma l’onore, l’onestà, invece, non si ristampano mai». Vedovo dal 2015, quando morì la moglie Anna Ferrero, Aldo Balocco lascia alla guida dell’azienda fossanese i figli Alberto e Alessandra.

E’ morto la scorsa notte a Milano Aldo Balocco, presidente onorario dell’omonima azienda dolciaria di Fossano. Aveva compiuto 91 anni, la maggior parte dei quali dedicati all’azienda che con ha contribuito a far diventare il colosso che oggi tutti conoscono. Fu lui, figlio di un pasticciere, a insistere sulla pasticceria secca e a iniziare la produzione di dolci da vendere all’ingrosso.
Dal primo stabilimento, distribuito su quattro piani con appena 30 addetti, partì la rivoluzione dei Balocco. Le latte piene di dolci, le “tole” in piemontese, destinate ai grossisti di tutta Italia, erano l’immagine più eloquente del cambiamento che stava avvenendo. 
Sono gli anni del boom economico, e nella fabbrica di via San Bernardo, l’embrione della futura Balocco, vengono installati i primi forni a carrello estraibile per cuocere i panettoni. Per spingerli commercialmente oltre i confini di Fossano e della provincia, occorreva superare l’ostacolo della loro conservazione.Nel 1955 Aldo Balocco decide di assumere un giovane lombardo, sfollato a Cuneo negli anni bui della guerra, che aveva lavorato a Milano alla Motta e all’Alemagna, all’epoca due colossi del settore: Ermanno Crespi, originario di Abbiategrasso (Mi), introduce la tecnologia della “lievitazione naturale”. I due immaginano e progettano un panettone del tutto nuovo: alto come quello milanese ma glassato come quello basso piemontese. In più ricoperto di mandorle tostate e granella di zucchero. Un mix di Lombardia e Piemonte che sedurrà i palati di tutta Italia. Aldo ne azzecca subito anche il nome: nasce il Mandorlato Balocco, un panettone che diventerà ambasciatore in tutto il mondo dell’azienda di Fossano.

Balocco, cavaliere del lavoro, in occasione dell’attribuzione di questa onorificenza dall’allora presidente della Repubblica Napolitano, aveva detto: «Il tesoro più prezioso che abbiamo è la nostra reputazione; il denaro va e viene, ogni giorno ne stampano di nuovo ma l’onore, l’onestà, invece, non si ristampano mai». Vedovo dal 2015, quando morì la moglie Anna Ferrero, Aldo Balocco lascia alla guida dell’azienda fossanese i figli Alberto e Alessandra.

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