Flavonoidi: le molecole elisir di lunga vita presenti nel vino

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È un po’ come un senso unico alternato. Un momento si passa e quello dopo è tutto fermo. Così succede anche per il vino. Mentre in Irlanda ci si batte per inserire la dicitura “nuoce alla salute”, arrivano nuovi studi che santificano il nettare di Bacco. E’ stato pubblicato lo studio “Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods & mortality”, che riabilita il consumo moderato di vino.

 

Cosa fa pendere il piatto della bilancia verso l’aspetto salutistico? La presenza di polifenoli nei vini rossi. Un maggior consumo di alimenti e bevande ricchi di flavonoidi (che combattono i radicali liberi) può ridurre il rischio di mortalità precoce. Dove si trovano questi flavonoidi? In buona parte dei frutti a bacca rossa. Queste stesse sostanze, passando dalla buccia al vino, ce le ritroviamo nel calice. Tra questi i mirtilli, i peperoni e ovviamente le uve “colorate”. In 25mila decessi studiati è emerso che la mortalità risultava inferiore del 9% tra per chi consumava peperoni, del 5% tra chi consumava mirtilli, del 4% tra chi consumava vino rosso. Un sorso di vino rosso, forse può causare un po’ di ebbrezza, ma l’ipotetico rischio alcolico è ampiamente compensato dai flavonoidi.

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