Fimet alla fine della crisi: la fabbrica verso la chiusura?

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Non c’è solo l’Abet che preoccupa a Bra: un’altra ventina di esuberi si segnalano alla Fimet, storica fabbrica di motori elettrici che pare arrivata alla fine di una lunga crisi.

In settimana l’azienda, fondata nel 1910 e rimasta di proprietà della stessa famiglia ormai alla quarta generazione, dovrebbe incontrare i sindacati in Confindustria a Cuneo. Della situazione definita «da fallimento tecnico» le parti sociali hanno riferito nei giorni scorsi al Comune. Il sindaco Bruna Sibille ne ha poi dato conto in una riunione dei capigruppo consiliari. La trentina d’addetti rimasti nel grande stabilimento di viale delle Rimembranze, oltre 700 dipendenti negli anni Settanta quando la produzione fu spostata qui da Torino, attendono ancora lo stipendio di dicembre. Angelo Mancino della Cisl: «Non c’è più possibilità di accedere ancora ad ammortizzatori di sorta. Speriamo di poter portare una decina di lavoratori vicini al requisito, alla pensione anticipata. Degli altri, quelli con maggiore professionalità tenteranno di ricollocarsi. Ma per gli operai generici sarà difficile». Tutti residenti a Bra o nei dintorni, spesso sono padri di famiglia. «Il mondo è cambiato, purtroppo questa produzione in Italia non ha più margini di competitività sui mercati».

Dall’azienda replicano: «In quasi 110 anni di storia non abbiamo mai lasciato nessuno in mezzo a una strada e non lo faremo nemmeno questa volta.La situazione non è peggiore degli anni scorsi.Se ci sarà necessità di ridurre l’occupazione, ci impegneremo a trovare ai nostri dipendenti un altro lavoro».

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