Filippo Cosentino: quando il Barocco diventa Jazz

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Si chiama “Leave the thorn, take the rose” il nuovo disco di Filippo Cosentino. Il suo lavoro è un omaggio al barocco, presentando classici tratti dal repertorio di Bach, Pergolesi, Monteverdi, Handel e altri riletti in chiave jazz, flamenco o tango.

Il chitarrista albese ha lavorato in gruppo con Carlo Chirio al basso elettrico, Lorenzo Arese alla batteria, Giuseppe Notabella alla tromba, Filippo Ansaldi al sassofono e Giovanni Forti al tuba.

Qual è l’eredità musicale del barocco? Un momento tra i più intensi e prolifici, che ha regalato opere di rara bellezza e ha contribuito in maniera determinante a rinnovare l’arte della composizione. Per Cosentino è un periodo storico che ci ha insegnato a guardare sempre al futuro e al tempo stesso a recuperare le tradizioni musicali popolari: così la Sarabanda BWV 995 di J.S.Bach diventa Calipso, la “Ciaccona in Fa minore” diventa il brano flamenco del disco “El baile de las hadas”, con una prima parte dell’arrangiamento scritta appositamente per questo lavoro, mentre nella seconda emerge con forza il tema principale insieme ad alcune variazioni dello stesso compositore tedesco.

Ancora, c’è la “Siciliana” di Pergolesi: ritmi e melodie della Sicilia barocca che in questo disco assumono i colori del tango.  La “BWV 552” di Bach è riletta da Cosentino come un dialogo a due, fra la chitarra jazz e la tromba come in un suadente balletto che attualizza il concetto che c’è alla base della fuga.

“Joy,” nel quale si riconosce il tema della cantata “Jesus bleibet meine freude”, racchiude la bellezza della melodia bachiana e le atmosfere e colori cari al chitarrista piemontese: ritmi latini a simboleggiare in musica il desiderio umano per la felicità.

Uno spazio particolare è riservato a Claudio Monteverdi: due versioni del famoso “Lamento di Arianna” nelle quali si riconosce chiaramente il tema lirico scritto dal compositore ai tempi dei suoi servigi alla corte di Mantova dei Gonzaga: la versione scelta è quella del 1614, inserita nel VI Libro de’ madrigali. Cosentino rielabora il tetracordo che li caratterizza. La seconda parte è invece un adattamento del tema principale del “Lamento di Arianna” per chitarra e fiati, nel quale l’artista inserisce un assolo con tecniche insolite per il jazz come il tapping.

Non manca il lavoro di ricerca, così il brano “Nina” è l’adattamento in chiave jazz della più nota Aria tratta dall’opera buffa “Gli tre cicisbei ridicoli. Tre giorni son che Nina”, recentemente attribuita a Vincenzo Legrenzio Ciampi, compositore piacentino.

Infine la title track del disco, uscito per la prestigiosa etichetta giapponese DaVinci Publishing, è “Lascia la spina, cogli la rosa” di Handel, scritta per l’oratorio “Il trionfo del tempo e del disinganno” nel 1707: l’Aria del compositore inglese d’adozione ha avuto varie versioni, tra cui la celebre “Lascia ch’io pianga”.

Il disco è distribuito da Egea Music.

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