Festa dei vini autoctoni: 90 cantine hanno complessivamente partecipato nelle varie sezioni dell’evento

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Si è svolta domenica 22 maggio la quarta edizione della Festa del Vini Autoctoni del Piemonte promossa dall’associazione Go Wine, degustazione dedicata alla valorizzazione del grande patrimonio di vitigni autoctoni del Piemonte.

L’evento ha riunito nel cuore del centro storico di Alba, in Piazza del Duomo e Via Cavour, oltre 40 differenti vitigni piemontesi che i partecipanti, giunti numerosi, hanno potuto scoprire e degustare ai banchi d’assaggio, molti dei quali raccontati dagli stessi viticoltori provenienti da varie province della regione. Altri vitigni sono stati presentati in una speciale enoteca.

Per la prima volta la manifestazione si è aperta al confronto con altre realtà esterne al Piemonte e l’iniziativa ha avuto gradimento dal pubblico, con una crescita notevole di interesse.

Così è stato per l’associazione Vite in Riviera che ha presentato vini di oltre 25 cantine della Riviera Ligure di Ponente, con i principali autoctoni di quel territorio.

La sezione dei vitigni a bacca nera del Sud Italia ha presentato in sequenza aglianico, casavecchia, nero di Troia, primitivo, negroamaro, gaglioppo, frappato, nero d’Avola, monica e cannonau.

Gli assaggi del bianco Grüner Veltliner hanno presentato l’autoctono più importante della viticoltura austriaca.

Complessivamente sono 90 le cantine che hanno partecipato all’evento; presenti inoltre alcuni espositori di prodotti tipici di Langa e Roero.

La manifestazione ha raggiunto l’obiettivo di raccontare nel calice la biodiversità del Piemonte attraverso tanti vitigni e vini, e di far incontrare uomini e donne del vino con un ampio pubblico di enoappassionati, provenienti da diverse regioni, e con molti enoturisti stranieri presenti nelle colline attorno ad Alba. Una sorta di omaggio al Piemonte del vino: regione che, nel panorama italiano, è fra quelle con il più importante numero di vitigni autoctoni coltivati e rappresentati con risultati di eccellenza.

L’evento si è tenuto dalle 14.30 alle 20 con banchi d’assaggio e due degustazioni guidate presso l’Ape Wine Bar di piazza Risorgimento sui vini rari del Piemonte, bianchi e rossi.

Ad arricchire l’evento, un breve momento inaugurale si è tenuto presso l’androne del Palazzo Comunale di Alba: alla presenza dell’assessore al Turismo della città di Alba Emanuele Bolla, Go Wine ha consegnato nella mani del professor Vincenzo Gerbi (docente di viticoltura presso l’Università di Torino) un contributo alla Fondazione Dalmasso per la ricerca in campo vitivinicolo.

“Un evento nel segno della cultura del vino e a favore della biodiversità – ha sottolineato tra l’altro Massimo Corrado, presidente di Go Wine. Un evento a cui teniamo molto perché coglie obiettivi importanti che la nostra associazione persegue (vitigni autoctoni, ricerca, valorizzazione delle piccole produzioni, promozione di piccoli produttori). Quest’anno abbiamo raggiunto un nuovo record rappresentando 40 vitigni piemontesi, tutti insieme. Siamo soddisfatti dell’attenzione che il pubblico ha registrato con presenze significative non solo nei numeri ma anche per la provenienza dei partecipanti”. 

Secondo Emanuele Bolla, assessore al Turismo del Comune di Alba, si tratta di “un evento che valorizza non solo i vini, ma la presenza dei produttori e che ci consente di vedere una narrazione non solo del vino ma della cantina, quindi tutto l’aspetto culturale legato al vino. Un elemento molto importante nell’anno della Global Conference on Wine Tourism, che si terrà proprio ad Alba, che permette, attraverso eventi di questo tipo, di avvicinarsi in modo consapevole, con un lavoro culturale, non solo elemento di orgoglio ma anche fattore di grande attrazione turistica”.

“Anche quest’anno volentieri siamo venuti alla Festa dei Vini Autoctoni del Piemonte – è intervenuto il professor Gerbi – a testimoniare l’interesse del mondo della ricerca verso vitigni antichi e autoctoni del Piemonte, ma anche di altre regioni, sempre per ragioni di grande interesse scientifico. Infatti in questi vitigni antichi esiste un deposito di biodiversità genetica che rappresenta una ricchezza assolutamente da non trascurare. I viticoltori che coltivano e producono questi vini sanno benissimo che sono prodotti in volumi piccoli e che la loro attività non dipenderà solo da questi vini, però bisogna ringraziarli perché tengono vivo un patrimonio genetico importante, e in qualche caso fanno conoscere delle eccellenze che altrimenti non esisterebbero più”.

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