Urgenti misure concrete per le imprese albesi del commercio e del turismo danneggiate dall’emergenza Coronavirus

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ALBA – Servono misure urgenti e concrete per sostenere le imprese dei settori turismo e commercio fortemente danneggiate dall’emergenza Coronavirus. È quando chiede con forza  alle istituzioni l’Associazione Commercianti Albesi, per voce del presidente Giuliano Viglione e del direttore Fabrizio Pace.

L’albese è divenuto negli ultimi anni l’emblema del riuscito connubio tra i due comparti economici, innescato dalla virtuosa collaborazione tra pubblico e privato che ha determinato un successo crescente della nostra meta turistica, con oltre il 60% di visitatori stranieri, oggi preoccupati dalle notizie amplificate dai media, nonostante il numero relativamente basso di contagi e di decessi a livello nazionale e l’assenza di casi conclamati nella nostra zona.

«Il panico scatenato dall’emergenza Coronavirus ha già fatto registrare un calo negli introiti delle attività, determinato dal minor numero di persone in circolazione, disincentivata nei normali spostamenti da un allarmismo esagerato rispetto alla reale portata del problema – afferma il presidente dell’Associazione Commercianti Albesi Giuliano Viglione – . In particolare, servono agevolazioni e sostegni economici a tutte le attività che, data la prevalente conduzione familiare, si trovano in queste settimane alle prese con una situazione del tutto inedita e, viste le dimensioni, non possono contare neanche sugli ammortizzatori sociali, che esistono per i dipendenti ma non per i titolari».

«La riduzione degli incassi a fronte di costi fissi da sostenere comunque, si fa già sentire sul commercio – afferma Viglione – andando a sommarsi ad un lungo periodo di stagnazione generale. Ed anche se nella nostra zona i negozi hanno sofferto meno che altrove la crisi economica, la contrazione dei consumi dovuta ad una diminuzione del turismo nella nostra area potrebbe assestare un duro colpo ad un tessuto commerciale che si era dimostrato ancora vitale e positivo».

Sono numerose le disdette già pervenute alle strutture ricettive per la stagione primavera-estate, una stagione che negli ultimi anni è costantemente cresciuta sia in quanto a volumi, sia nel giro d’affari. «Se non vi sarà un’inversione di tendenza – sostiene il direttore A.C.A. Fabrizio Pace – a soffrire sarà tutto l’indotto turistico, compreso il commercio di tipicità che attinge buona parte dei fatturati proprio dai visitatori, specie se stranieri con alta capacità di spesa. Ci aspettiamo quanto prima un impegno da parte delle istituzioni (Stato e Regioni in primis) partendo da azioni tranquillizzanti verso il nostro pubblico turistico all’estero e nel resto del Paese, affinché non disdica la propria vacanza già prenotata o – qualora l’abbia già fatto – perché ritorni sui propri passi, ora che anche dalla Regione Piemonte arrivano le prime indicazioni positive di un auspicato ritorno alla normalità».

«Alla clientela di ristoranti, bar, locali pubblici del territorio, chiediamo di non farsi condizionare dal panico – dicono Pace e Viglione –  e, razionalmente, di continuare a svolgere tutte le attività che non siano espressamente vietate da ordinanze di sicurezza sanitaria. Il territorio non deve spegnersi, anzi: deve essere pronto ad accendersi non appena l’emergenza sarà finita e vi saranno nuovamente le condizioni per poter sprigionare ottimismo e positività».

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