RIFLESSIONE – Ovvietà sulla legittima difesa (risposta a una precedente lettera)

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1) La legittima difesa non è “farsi giustizia da se”. Tizio mi tira un diretto destro, io schivo e rientro con un gancio sinistro, questa è difesa (legittima direi). Tizio mi tira un diretto destro, mi centra e mi mette ko. Invece di denunciarlo vado sotto casa sua armato di pistola e appena lo vedo uscire gli sparo. Questo è “farsi giustizia da sé”. La differenza la capisce un bambino.

2) Non si possono escludere le indagini quando c’è di mezzo un morto o un ferito. Certo, e infatti nessuna indagine viene esclusa dalla nuova legge. Se in casa mia c’è un morto la polizia e la magistratura devono indagare, è ovvio. Ma indagare per appurare cosa? Se chi si è introdotto in casa mia in piena notte era armato o meno? E, nel caso fosse armato, aveva un pugnale o una pistola? E, nel caso avesse una pistola, la voleva o meno usare? Oppure si deve indagare per stabilire se davvero qualcuno si è introdotto con la violenza in casa mia? Siamo di fronte a un caso di legittima difesa o si tratta di una simulazione?

3) Non è vero che la nuova legge mi consente di sparare al famoso, super ipotetico, bambino che entra nel giardino di casa mia per recuperare la palla (o rubare una mela). La legge parla di legittima difesa in relazione alla “intrusione con violenza, minaccia di uso di armi e di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”. La legge parla inoltre di “grave turbamento” indotto nel soggetto che si difende. E’ fin troppo chiaro che il caso del bambino che recupera la palla, o ruba una mela, non rientra in simili fattispecie. In casi di questo tipo non c’è “eccesso” di legittima difesa, semplicemente non c’è legittima difesa. Evidentemente occorrerà, caso per caso, indagare per appurare, se una certa azione si a o non sia di legittima difesa. Il che di nuovo dimostra che la legge non esclude le indagini.

Aggiungo: ogni volta che si parla di legittima difesa c’è qualcuno che tira fuori il caso, super ipotetico, del bambino ucciso mentre va a recuperare una palla. Qualcuno mi sa dire quante volte si è verificato un caso simile?

4) Ci deve essere “proporzione” fra offesa e difesa. Se con questo si vuol dire che non posso sparare a una persona solo perché mi dice “scemo”, o mi dà uno spintone, non si può che concordare. Ma se si intende dire che se Tizio, dopo essersi introdotto con la violenza in casa mia, mi aggredisce coi pugni devo comunque rispondere solo coi pugni, oppure se ha un coltello non posso rispondere con un’arma da fuoco eccetera, si può solo dire: scemenze! Forse che un ultrasettantenne di sessanta chili e di salute cagionevole si può mettere a fare a pugni con un trentenne di oltre cento chili, tutto muscoli e campione di boxe? Lo sanno tanti chiacchieroni che un pugno ben dato può uccidere?

5) Deve essere la polizia a difenderci! Verissimo, ma la polizia non può essere sempre ovunque. O qualcuno ha in mente città in cui ci sia un agente armato all’ingresso di ogni casa?

6) Non puoi sparare a chi ti sta saccheggiando la casa. Lui colpisce le cose, tu una persona. Fantastico! Se Tizio mi sta svuotando la casa non posso neppure dargli un calcio nel sedere! Il calcio colpisce la persona, lui invece si limita a togliermi delle cose. Ma sono “cose” frutto del mio lavoro, che costituiscono non solo la mia ricchezza, ma il mio ambiente, fanno parte della mia vita…

Inoltre, se davvero non si può reagire a chi ci porta via “cose” colpendo le persone, come mai la polizia interviene, e a volte spara, in caso di rapina? Perché mai i ladri finiscono in prigione? In fondo i ladri si appropriano di cose mentre il carcere colpisce le persone in ciò che hanno di più importante: la libertà.

Non dico altro. Si tratta di cose talmente ovvie che è imbarazzante ripeterle.

Marco Marcarino

coordinatore Lega Salvini Premier – Alba

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