L’Ex Sindaco Marello presenta il suo libro dedicato alla memoria dei 23 giorni della Città di Alba

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ALBA – Settantacinque anni fa, il 10 ottobre 1944, le forze partigiane cacciarono gli occupanti nazifascisti e dichiararono Alba “libera repubblica”, resistendo strenuamente per i 23 giorni successivi, fino al 2 novembre.

Uniti per Alba, gruppo di opposizione nel Consiglio Comunale albese, in collaborazione con il Consigliere Regionale ed ex Sindaco di Alba Maurizio Marello, organizza una serata di storia e riflessione ispirata dalla presentazione del libro “I 23 giorni della Città della Città di Alba attraverso le Lettere del Sindaco Maurizio Marello 2009-2019”. Il testo sarà presentato alle 21 di martedì 29 ottobre presso la Sala Vittorio Riolfo (in via Vittorio Emanuele II, 19). All’iniziativa parteciperanno anche Ettore Paganelli, Sindaco in occasione della ricorrenza dei vent’anni dai celebri “23 Giorni della Città di Alba”; Tomaso Zanoletti, Sindaco alla ricorrenza dei quarant’anni dai 23 giorni di resistenza della Città; Enzo Demaria, Sindaco all’epoca della celebrazione del cinquantenario da quel cruciale evento e Giuseppe Rossetto, che, in veste di primo cittadino, ne celebrò il sessantenario.

La serata si propone come spunto di riflessione, insieme, a proposito di una pagina di storia fondamentale per la città, ma anche su come siano cambiate nel tempo le celebrazioni di tale ricorrenza.

Spiega Fabio Tripaldi di Uniti per Alba, già Assessore alla Cultura e alle Manifestazioni per la Giunta Marello: «Il principio alla base di questa serata è quello di celebrare i 23 giorni ponendo l’accento sulla memoria e sul passato, ma anche guardando al futuro della Città e delle sue celebrazioni».

«Parleremo dei 23 giorni che hanno cambiato la storia della nostra città e del nostro Paese» – ha aggiunto il Consigliere Maurizio Marello, autore delle lettere raccolte nel libro e diffuse ogni anno, dal 2009 al 2019, in occasione dei “23 giorni” – «Tre settimane di libertà che diedero ai partigiani e alla popolazione la consapevolezza di poter uscire da vent’anni di dittatura. Il fascismo era alla fine e la democrazia iniziava a prendere forma».

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