Etica, tecnica e ambiente in uno degli appuntamenti del Rotary Club. Tra i relatori l’albese Roberto Cavallo

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Si è tenuta a Novi una giornata di studio, organizzata dal distretto 2032 del Rotary International in collaborazione con il Club locale, dedicata al tema “Verso un nuovo umanesimo planetario – Etica, tecnica, ambiente in dialogo”. Relatori di eccezione e il tema di grande attualità hanno reso l’incontro un momento di grande interesse, molto partecipato e di stimolo per riflessioni individuali importanti.

Dopo il saluto del Governatore del Distretto – Gian Michele Gancia – e della Presidente del Club locale – Valentina Fliz – ha aperto le relazioni il prof. Luciano Valle filosofo e teologo e Presidente del Centro di Etica Ambientale di Bergamo. Il prof. Valle ha incentrato il suo contributo sull’evidenza del rapporto “malato” che esiste tra il genere umano e la madre Terra e delle relative conseguenze. Forse la più grande crisi di questo secolo, che sembra non toccare i più, ma che si sta rivelando come la sfida più importante che l’uomo deve affrontare se vuol garantire la sua sopravvivenza su questo pianeta.

Grande enfasi è stata data al “grido dei giovani” che, in questo ultimi mesi sta emergendo quale presa di posizione netta e partecipata su questo tema: il prof. Valle ha portato l’attenzione sul movimento che si sta sviluppando guidato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg che, dopo aver portato il suo contributo al Summit sul Clima di Katowice (COP24), sta catalizzando l’impegno di tanti giovani nel movimento #Fridayforfuture che manifesta per “svegliare” chi ha il potere di decidere, per combattere il fenomeno del cambiamento climatico. Se nulla si farà sarà il futuro delle nuove generazioni ad essere per sempre compromesso.

E’ stata evocata l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si” come uno degli appelli più importanti per comprendere e affrontare questa crisi per cui serve un nuovo punto di vista, una nuova visione del rapporto tra uomo e pianeta: dobbiamo tornare ad un modello di “custodia” della nostra Terra e agire verso un nuovo umanesimo in cui la cura della casa comune e dei più poveri siano gli elementi di fondo di un nuovo paradigma di sviluppo.

A seguire Sara Hejazi, antropologa, ricercatrice presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, ha rappresentato come la nostra cultura ci racconti l’Uomo come una figura del tutto autoreferenziale, padrone delle risorse del pianeta e che può disporre di tutto: l’homo deus per il quale l’orizzonte di tempo è il presente, che quindi agisce senza pensare al futuro ma per sconfiggere addirittura i segni del passaggio del tempo. In questa prospettiva per affrontare la grande crisi planetaria è fondamentale, ribadisce la Hejazi, che l’Uomo si riposizioni anche ritrovando un orizzonte di tempo di futuro. Noi siamo prima di tutto quello che facciamo e produciamo e per questo anche il mondo produttivo deve ritrovare la propria dimensione e i propri limiti in questa nuova visione: movimenti di produzione quali la green economy stanno cercando di riposizionare secondo una nuova visione l’attività dell’uomo.

Già Hegel e Marx avevano idea che la produzione fosse condizionata dalle risorse ambientali, ma poi queste riflessioni si sono dimenticate. Enrico Marià – Direttore Panorama di Novi ha sottolineato come gli attuali modelli economici ed ecologici non riescono ad affrontare i problemi che stiamo vivendo in questo periodo: è necessario far dialogare economia ed ecologia per rivedersi e trovare una sintesi che consenta un approccio diverso alla nostra azione in rapporto al nostro pianeta.

Infine, l’albese Roberto Cavallo, agronomo e saggista, anche utilizzando alcuni passi e riferimenti al suo ultimo Libro “La Bibbia dell’Ecologia” ha voluto rafforzare quanto già i relatori precedenti hanno rappresentato: è necessario cambiare paradigma, visione e trovare un ponte tra economia ed ecologia se vogliamo risolvere la profonda crisi che stiamo vivendo. Pur essendo innamorati dei nostri saperi, ha continuato Cavallo, è venuto il momento di cambiare punto di vista: per questo è fondamentale cambiare il linguaggio, gli schemi, le regole, il modo di pensare per trovare nuove soluzioni. I temi proposti dall’economia circolare possono contribuire a costruire questo ponte, esplorando ed evidenziando anche nuove opportunità di sviluppo.

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