Emergenza Coronavirus: Interviene il Senatore Perosino, azioni concrete per salvare e rilanciare il turismo e commercio nel nostro paese

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La nostra società è molto fragile per cause diverse non tutte imputabili all’uomo.
Dobbiamo ricordarcene per inquadrare i fatti degli ultimi giorni. Un epidemia difficilmente
identificabile nella cura e nella dimensione, in pochi giorni o poche ore ha distrutto anni di lavoro,
sacrifici, investimenti.
Una forma di guerra commerciale subdola ha fatto il resto: l’Italia è l’untore del mondo: c’è in tutti
la consapevolezza di dover reagire in unione di intenti.
Il turismo è stato un volano di sviluppo negli ultimi anni, in tutta Italia e in particolare in Piemonte.
Occorre un’opera di rilancio dell’immagine dell’Italia a cura del Ministero del Turismo e del suo
braccio operativo ENIT (Ente Nazionale del Turismo) con una promozione a livello mondiale con
investimenti di almeno 50/60 milioni di euro nell’immediato. A cascata le Regioni e le Atl che
dovranno essere dotate di risorse specifiche per poter rassicurare i propri mercati di riferimento.
Non c’è tempo da perdere, le disdette delle prenotazioni in questi giorni per le prossime settimane
stanno toccando punte del 90%, altrettanto preoccupante le mancate prenotazioni. Le aziende del
settore hanno perso fatturato non recuperabile.
Le dilazioni di pagamento per tasse e contributi sono un palliativo, in quanto per il pagamento a
30gg o più, i soldi mancano lo stesso, perché non incassati. Suggerisco una forma di contributo
secco, a secondo delle fasce colpite (area rossa o regioni) e a seconda del fatturato dell’anno 2019,
da erogare in tempi rapidissimi per evitare il peggio.
È un metodo semplice, con poca burocrazia, efficace nello sbloccare situazioni fiscali che possono
evitare il fallimento.
Oltre a ciò, come ormai assodato, vi è una richiesta al Governo di presentare una proposta di
politica industriale che salvi le industrie già in crisi, attraverso il rilancio e non la nazionalizzazione,
formula non più storicamente applicabile e troppo onerosa.

Infine aprire cantieri. Ci sono fondi nei residui dei bilanci pubblici che giacciono li da anni in attesa
di appalti. Il lavoro e la ricchezza si creano così.
Con umiltà ma determinazione, formuliamo queste semplici idee al Governo e al sistema pubblico
e privato per un’Italia ottimista e ricca di idee, buona volontà e progresso

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