Elezioni? Male, molto male

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Mi è stato chiesto un commento sulle elezioni europee. Male, molto male. Non travisate però immediatamente il mio giudizio. Non sono, non devo, e probabilmente mai sarò un politico, quindi sarebbe sbagliato se io commentassi un risultato da questo punto di vista. Però ne posso osservare e misurare le conseguenze visto che la politica condiziona pesantemente i mercati che sono una delle basi della vita di una banca. Uno degli strumenti che si usa, forse il primo e di più semplice interpretazione per saggiare lo stato di salute dell’economia nazionale è lo spread. Appena prima dell’insediamento dell’attuale governo era nell’intorno dei 135 punti base, a metà marzo era a 233 e adesso, cioè venerdì sera è a 285. Quindi in ineluttabile ed indiscutibile peggioramento. Sono un attento e silente ascoltatore delle conversazioni da bar e l’altro giorno sorridevo sentendo due attempati signori che discutevano animatamente proprio sullo spread. “siamo a 300,un disastro” diceva uno “con Berlusconi siamo finiti a 700, adesso è molto meglio” chiosava l’altro. Sorridevo senza farmi vedere pensando che sembrava di essere in una sala di contrattazioni dove però non si teneva conto dei fondamentali, anzi, del fondamentale, lo stato di salute dell’azienda che in questo caso però è l’Italia, il nostro paese. C’è qualcosa che non va, è evidente e i segnali della preoccupazione sono ben visibili a tutti. Potrebbe dipendere da un Governo sovranista piuttosto che da uno di sinistra o liberale. Poco importa, quello che importa è il risultato sia a livello macro, che potrebbe essere ben rappresentato dallo spread, sia a livello micro che si sostanzia con la percezione della qualità della vita. Quindi, per rispondere alla domanda che mi è stata fatta circa l’esito delle europee ripeto ciò che ho detto all’inizio. Male, molto male.

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