È andata in scena a Barolo la convention dell’Associazione Nazionale Città del Vino

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Si è tenuta dal 19 al 21 novembre a Barolo Città Italiana del Vino 2021 la convention annuale dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui Barolo è socio fondatore. Oltre 200 tra sindaci, amministratori e rappresentanti di delegazione hanno preso parte ai lavori dell’assemblea plenaria, in cui il presidente nazionale dell’Associazione Floriano Zambon ha passato il testimone al neopresidente eletto Angelo Radica, sindaco di Tollo, provincia di Chieti. Tra momenti celebrativi e convegni, si è tenuto anche il passaggio formale di consegne tra Barolo e Duino Aurisina, nominata Città Italiana del Vino 2022, e l’incontro degli “ambasciatori delle città del vino”.

 L’organizzazione e la logistica della tre giorni è stata a cura del WiMu e della Barolo&Castles Foundation. Per quanto riguarda il Comune di Barolo, grande partecipazione per l’intitolazione della piazza sotto il castello Falletti a Walter Mazzocchi, già sindaco tra il 1970 e il 2014 e socio fondatore dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Contributi e riflessioni importanti sono arrivati poi dal convegno nazionale dedicato al tema della tutela della qualità vitivinicola e le denominazione d’origine, partito dal ricordo della figura del senatore Paolo Desana, il “padre” delle Doc italiane, con le testimonianze di autorevoli relatori tra cui Andrea Desana, Vittorio Camilla, Edoardo Accattino, Floriano Zambon, Matteo Ascheri e gli storici presidenti del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Pietro Ratti, Giovanni Minetti, Giancarlo Montaldo e Matteo Bosco.

Nella platea dell’assemblea dell’Associazione Nazionale Città del Vino erano presenti non solo i sindaci e i rappresentanti delle varie realtà (ad oggi in Italia 460), ma anche delegati e ospiti di rilievo del settore, tra cui il presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino Nicola D’Auria, l’esperta di enoturismo Roberta Garibaldi e il presidente della Rete europea delle Città del Vino, il portoghese Jose Calixto.

«È stata una tre giorni intensa, in cui Barolo ha saputo esprimere il meglio delle sue specificità – dice il sindaco Renata Bianco -. A partire dall’organizzazione a cura della Barolo&Castles Foundation e dal contributo di tutti coloro che hanno lavorato all’evento, amministratori e funzionari del Comune, volontari della Pro loco e Protezione civile, i barolesi. È stato un momento formativo e costruttivo, di scambio culturale e di idee con le tante città che hanno scelto di essere qui con noi. Tra queste, abbiamo potuto stringere un patto di amicizia con il magnifico borgo di Castiglione di Sicilia, con cui contiamo di poter approfondire rapporti e relazioni. Ci avviciniamo alla chiusura degli eventi dedicati a Barolo Città Italiana del Vino e auguriamo a Duino Aurisina di vivere una altrettanto entusiasmante avventura nel 2022». 

«Barolo Città Italiana del Vino ci ha offerto un’ottima occasione di visibilità a livello nazionale, oltre alla possibilità di approfondire i legami con autorevoli esponenti di altre realtà rappresentative della cultura vitivinicola italiana – aggiunge il presidente della Barolo&Castles Foundation, Claudio Bogetti –. Come Fondazione, siamo felici di aver dato il nostro contributo alla ripartenza dell’economia turistica del territorio con la gestione degli eventi. Sappiamo che i nostri ospiti in arrivo da tutta Italia hanno molto apprezzato il territorio, le visite nei nostri castelli, i tour in cantina e le attività dedicate loro in questi tre giorni, che hanno rappresentato per Barolo un grande momento di promozione in una stagione turistica che ha già registrato ottimi risultati».

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